IL CIMITERO DI STAGLIENO NEGLI SCATTI DI CHRISTOPHE FERRARI

Di il 24 Maggio 2016

In occasione della Settimana dei cimiteri storici europei, il Tempio Laico di Staglieno ospita una mostra fotografica con i venti migliori scatti dell’artista francese Christophe Ferrari. Uno sguardo intimo e profondo che racconta in chiave poetica uno dei cimiteri più belli d’Europa.
Non sempre servono apparecchi prestigiosi per scattare fotografie che lasciano a bocca aperta. A volte, è sufficiente la capacità di cogliere un’atmosfera, la luce giusta o un pizzico di fortuna per rendere immortale, attraverso la pellicola, la bellezza di un luogo. Lo sa bene Christophe Ferrari, il fotografo francese (ma prima di tutto ballerino) che ha scelto il cimitero di Staglieno come protagonista della sua “Silenziosa emozione della presenza assente”, la mostra fotografica allestita presso il Tempio Laico di Staglieno fino al 19 giugno e curata da Francesca Camponero. «Non uso reflex o macchine costose, ho una macchinetta da poco che mi ha lasciato mio padre – racconta Ferrari con tono scherzoso – Spesso mi succede di scattare per caso. Quando qualcosa mi colpisce mi fermo e mi lascio trasportare».

Anche questa mostra è nata così? Diciamo per caso?
«Sì, assolutamente. Ero a Genova in occasione della presentazione di un’altra mia mostra fotografica, e percorrendo la strada che scende dal casello di Genova Est ho visto questo complesso immenso che mi ha incuriosito. Era una giornata di ottobre fredda e cupa. Ho iniziato a fare qualche scatto ma la luce non era delle migliori. Così, mi sono ripromesso di tornare e a febbraio, in una bella giornata di sole, ho concluso il lavoro».

Segue un criterio preciso per scegliere i soggetti da fotografare?
«Non direi, anche in questo caso mi faccio guidare dalla casualità. Quando sono arrivato a Staglieno non sapevo quali fossero le sculture o i monumenti più importanti. Ho iniziato a passeggiare sotto i porticati guidato da una suggestione personale, dalla luce che filtrava attraverso gli archi e mi sono fatto trasportare. Il mio intento è stato quello di rendere poetico e rassicurante anche ciò che per sua natura non lo è, come l’arte funeraria. Invece di sottolineare l’aspetto ignoto e oscuro ho cercato di tirare fuori la dolcezza dei tratti, l’armoniosità dei corpi, la monumentalità dell’architettura».

Quali sono a suo avviso le caratteristiche che rendono uniche le sue fotografie?
«In generale direi che non scelgo quasi mai di ritrarre una statua nella sua interezza: di solito mi concentro su un particolare, come l’espressione del volto o la torsione del corpo, per esempio. Inoltre, per me, è molto importante l’uso del colore: raramente stampo le foto in bianco e nero. Il colore mi serve per mettere in risalto tutte le caratteristiche, sia positive che negative, come le patine. Trovo che conferiscano alle sculture il senso del tempo. Anche la luce con cui scatto è sempre naturale: non ci sono faretti o finzioni!»

La sua foto preferita?
«Difficile scegliere. Vi do un indizio: quelle che amo di più sono esposte da sole».

La mostra, aperta al pubblico fino al 19 giugno, fa parte degli eventi correlati alla Settimana dei cimiteri storici europei, in programma da venerdì 27 maggio a domenica 5 giugno. In questo periodo saranno tantissime le iniziative volte a valorizzare l’immenso patrimonio artistico del cimitero e comprenderanno visite guidate a tema, seminari con i restauratori e spettacoli in collaborazione con il Teatro dell’Ortica e non solo. Tra i tanti appuntamenti segnaliamo sabato alle 11 “Spoon River in noir” e il nuovo progetto audiovisivo “River”, in cui un gruppo di giovani artisti si esibirà nella suggestiva cornice del Pantheon (2 giugno ore 11). Da non perdere, il 4 giugno alle 19, l’itinerario “dantesco” a cura dell’attore Alessandro Tampieri, che guiderà i visitatori alla scoperta del cimitero recitando alcuni dei più toccanti versi dell’Inferno di Dante.

Per consultare il programma nei dettagli e per ulteriori informazioni www.staglieno.comune.genova.it

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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