IL “BORKMAN” DI SCIACCALUGA TRA SUPEROMISMO E CRUDA REALTÀ

Di il 7 Novembre 2018

 

Il “John Gabriel Borkman”, nella versione di Marco Sciaccaluga, con protagonista Gabriele Lavia, è un’opera austera e complessa, attualissima ed al tempo stesso eterna.

Prodotto dal Teatro Nazionale di Genova, in co-produzione con il Teatro Stabile di Napoli e il Teatro della Toscana, lo spettacolo è intriso di una raffinata bellezza con i dialoghi tra i protagonisti che scorrono fluidi componendo uno spartito in cui tutti i meccanismi appaiono perfettamente oliati.

 

John Gabriel Borkman al Teatro Nazionale di Genova (Foto di Pitto)

Il messaggio

 

Magistralmente interpretato da un Lavia in grande spolvero, lo spettacolo ruota attorno a tre personaggi, il protagonista (Lavia/Borkman) e le due donne presenti nella vita dell’uomo: una è la moglie (Gunhild/Laura Marinoni), a cui è legato da un rapporto freddo, aspro e irrisolto; l’altra (Ella/Federica Di Martino) è il suo primo amore a cui il protagonista aveva rinunciato per interesse.

 

È uno scontro fra femminile e maschile, tra il desiderio di ascesa al potere e al denaro e la rinuncia alla vita affettiva ed amorosa. Un dramma nel dramma che l’“uomo corteccia” vive senza mai riuscire realmente a riscattarsi facendo emergere quell’ideale superomistico tanto fedele al pensiero nietzschiano.

 

Ultima opera scritta da Ibsen nel 1896 (prima dell’ictus che lo colpì) il Borkman di Sciaccaluga si mostra al pubblico senza tentennamenti e sbavature dove la scelta degli interpreti risulta azzeccata e l’attenzione dello spettatore resta alta per la durata di tutti e quattro gli atti.

 

Gli atti

 

Il primo atto è tutto concentrato sul dialogo tra Gunhild Borkman, moglie di John Gabriel, e la sorella gemella Ella Rentheim. Attraverso le loro parole ci vengono forniti gli antefatti al dramma, l’arresto del signor Borkman e le conseguenze, e la natura dei rapporti tra i coniugi e tra le due sorelle. Sul finire dell’atto entra in scena Erhart Borkman, figlio di John Gabriel e di Gunhild, adottato da Ella allo scoppio dello scandalo.

 

Il secondo atto vede la presentazione del protagonista del dramma, John Gabriel Borkman, che dopo aver passato cinque anni in carcere di isolamento con l’accusa di bancarotta fraudolenta della banca che dirigeva, trascorre gli otto anni successivi al rilascio nella più totale solitudine in attesa dell’occasione per riscattarsi.

Nel dialogo con l’unico amico che va a fargli visita e con Ella, suo primo amore sacrificato in nome della carriera, John Gabriel non mostra alcun pentimento per le sue azioni ma piuttosto si deresponsabilizza incolpando del corso degli eventi a turno la moglie, Ella, gli amici e chiunque ha mostrato fiducia per i suoi piani.

John Gabriel Borkman al Teatro Nazionale di Genova (foto di Pitto)

 

I tre personaggi principali si contendono il destino del giovane Erhart, contesa che si risolve con il terzo atto e il quarto atto quando sarà il ragazzo stesso a scegliere il suo futuro decidendo di “vivere” al di là del passato e della sua famiglia.

 

La scenografia

 

Anche la scenografia contribuisce a calamitare l’attenzione dello spettatore sui protagonisti.

Il senso di prospettiva e profondità dato dal palcoscenico ottimizza al meglio gli spazi senza invadere la scena. Le linee sono essenziali, il palco pendente nel secondo e quarto atto immerge ancora di più il pubblico nel dramma della vicenda che si sta consumando. Anche il passaggio degli attori tra la platea sembra coerente con le scelte fatte.

 

Il Borgman di Sciaccaluga è un tentativo riuscito di portare sul palco un’opera complessa e di contenuto che lancia messaggi attualissimi sul senso dell’esistenza dell’uomo e sulle conseguenze delle scelte che ne derivano.

 

Lo spettacolo resterà in scena fino al 17 novembre al Teatro della Corte.

Su Tomaso Torre

Giornalista pubblicista dal 2003, è fondatore e direttore responsabile di GOA Magazine. Appassionato di arte, cultura e spettacoli ha collaborato per anni con diverse testate locali occupandosi di cronaca ed attualità, sport e tempo libero. “Ho sempre coltivato il sogno di realizzare un prodotto editoriale dinamico e fluido che potesse rispondere alle esigenze informative di un pubblico sempre più competente ed avanguardista”.

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