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“FINALMENTE”, L’URLO LIBERATORIO DEI CARTABIANCA
Venerdì alla Claque del Teatro della Tosse il live di presentazione di “Finalmente”, album d’esordio dei Cartabianca
Di Giulio Oglietti
GENOVA – Fausto e Francesco sono due fratelli genovesi, con la musica nel sangue e la voglia di sperimentare le più disparate forme di comunicazione. Nel 2010 formano i Cartabianca e, dopo aver pubblicato due libri musicali (un riadattamento per ragazzi dell’Inferno di Dante e “Girotondo Mondomare” in collaborazione con l’Acquario di Genova) e aver passato anni «a scartare, cercare, trovare, perdere e ricominciare», iniziano a lavorare al loro primo album “fisico”.
Per raccogliere i fondi necessari si rivolgono direttamente al pubblico, attraverso la piattaforma Musicraiser, e in poco tempo è un successo: raccolgono quasi seimila euro sui duemilacinquecento richiesti. È il «raggiungimento di un sogno»: per tutta l’estate i fratelli Ciapica (Fausto voce e chitarra elettrica, Francesco voce e chitarra acustica), con Pietro Pesce (batteria), Simone Cosso (basso) e Fabio Smeraldo (tastiere, violino, cori) registrano “Finalmente”, che sarà presentato ufficialmente venerdì 19 gennaio (ore 21.07) alla Claque del Teatro della Tosse.
Vi definite «due fratelli con una forte devozione per la musica da quando eravamo piccini e sbarbatelly». Su YouTube suonate pure con vostro padre. Quanto aiuta crescere in una famiglia di musicisti?
«Nostro padre Silvio è un musicista vecchia scuola: componeva allenando l’orecchio, una cosa che non fa più nessuno, ma noi sì. Abbiamo preso il suo come termine di paragone, ma apparteniamo a una generazione di passaggio: tra la vecchia e la nuova scuola. È così il nostro disco, “ibrido”».
Venerdì esce “Finalmente”, vostro disco d’esordio. Cosa dobbiamo aspettarci da questo «disco duro»?
«Un calcio e una carezza. Poi un altro calcio. Finalmente è “duro” perché è un urlo liberatorio nel caos della scena musicale genovese, tra fiabe storte, dediche d’amore a senzatetto e “cinismi da spiaggia”. Niente sedicesimi, le tastiere sono solo di supporto: come tutti gli strumenti per noi. C’è dentro davvero buona parte di quel tutto che vorremmo esplorare nel tempo, per rendere giustizia al nostro nome».
Lo presenterete alla Claque. Avete altre date in programma?
«Mai abbastanza. Sai, noi passeremmo volentieri “tutta la vita” (cit.) a suonare. A ogni buon modo verranno rese pubbliche a giorni, basta seguire la pagina Facebook Cartabianca: si scrive tutto attaccato e non siamo la Berlinguer».
https://www.facebook.com/cartabiancandfriends/videos/1627427850657603/
Il video di presentazione per il release di “Finalmente”
Avete finanziato tutto attraverso Musicraiser, ottenendo un gran successo: ve lo aspettavate? Continuerete a rompere monitor e bruciare C-3PO?
«Non ci aspettavamo nulla di simile, tant’è vero che avevamo chiesto molto meno come obiettivo. Ma dato il grande successo abbiamo potuto investire molto di più sul prodotto: sarà una figata. Comunque, a dire il vero abbiamo bruciato C1P8…o R2D2, che dir si voglia».
Quest’estate avete aperto, al Goa Boa, Tonino Carotone e i Dubioza kolektiv. Com’è andata?
«Io in autobus, e lei? Scherzi a parte, anche l’anno prima ci avevamo suonato, aprendo alla Bandabardò. Ma quest’estate abbiamo suonato meglio. Eravamo più calmi e avevamo pezzi migliori. Quelli che sentirete venerdì alla Claque: apriranno la serata i Puerto Plata Market (anche loro tra le schiere dell’Unione Giovani Artisti, e di Fabbrica Musicale) e si comincia alle 21.07 in punto».
Per ulteriori informazioni:
Su Giulio Oglietti
Cresciuto tra la nebbia e le risaie del Monferrato, è a Genova dal 2013. Laureato in Informazione ed editoria, collabora con GOA da luglio 2017. Metodico e curioso, è determinato a diventare giornalista. ogliettig@libero.itUltime Notizie
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