“Finale di Partita”, l’omaggio dell’intramontabile Glauco Mauri al genio di Beckett

Di il 18 Dicembre 2018

La tragedia del vivere che diventa farsa, oppure la farsa del vivere che diventa tragedia. Dove si alternano una risata ed un arido pianto, una disperazione senza speranza e un insopprimibile sentimento di pietà per l’uomo.

Come nei romanzi di Dostoevskij, anche i personaggi dei testi di Samuel Beckett, con “Finale di Partita”, portano a teatro uno spettacolo complesso, struggente, che distilla dolore e sentimenti contrapposti lasciando poco spazio alla libera interpretazione dello spettatore. Magistralmente interpretato dalla collaudata coppia Glauco Mauri (intramontabile icona del palcoscenico), e Roberto Sturno (fedele compagno di viaggio e figura solidale e complice), la trama rimane fedele all’ideale beckettiano in cui l’io egemone calamita su di sé tutte le attenzioni degli altri personaggi della scena che, come in un meccanismo perfettamente oliato, ruotano attorno al protagonista condividendone sogni,a ngosce, speranze, delusioni. 

Uno spettacolo da vedere che conferma un sodalizio (Mauri-Sturno) quasi unico sulla scena teatrale, capace di adattarsi a testi spesso complessi, spesso beckettiani, rendendoli comprensibili grazie alla naturalezza e spontaneità nell’interpretazione.

“Finale di Partita”, regia di Andrea Baracco, è andato in scena al Teatro Duse di Genova dall’11 al 16 dicembre.

Su Tomaso Torre

Giornalista pubblicista dal 2003, è fondatore e direttore responsabile di GOA Magazine. Appassionato di arte, cultura e spettacoli ha collaborato per anni con diverse testate locali occupandosi di cronaca ed attualità, sport e tempo libero. “Ho sempre coltivato il sogno di realizzare un prodotto editoriale dinamico e fluido che potesse rispondere alle esigenze informative di un pubblico sempre più competente ed avanguardista”.

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