Due progetti per l’ex Ospedale di Quarto

Di il 23 Marzo 2017

-GENOVA- Un nuovo capitolo per la storia dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto. Questa mattina la giunta comunale ha approvato, su proposta dell’assessore all’urbanistica Stefano Bernini uno dei due Progetti Urbanistici Operativi (PUO) dell’area dell’ex Ospedale psichiatrico di Quarto. Si tratta del PUO di Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare Spa, uno dei due enti proprietari degli spazi.

 

Per quanto riguarda la restante parte delle superfici la Giunta adotterà il Progetto Urbanistico Operativo redatto dalle detentrici degli spazi: ARTE, azienda regionale territoriale per l’edilizia, e da Asl 3.

 

Il PUO è lo strumento che definisce nel dettaglio le destinazioni d’uso degli immobili, le porzioni da utilizzare per svolgere servizi pubblici, la viabilità interna all’area e gli interventi di recupero delle ampie zone verdi.

 

Si tratta in totale di 47mila metri quadrati (22 appartenenti a Cassa Depositi e Prestiti e 25 ad ARTE), di cui 15mila verranno destinati ad uso pubblico: 10mila per la realizzazione da parte di Asl 3 della Casa della Salute e 5mila per ospitare alcuni servizi sociali e culturali del Comune di Genova.

Nel precedente disegno veniva proposto l’utilizzo dell’intera area per edilizia privata. È stato il Comune di Genova che, su sollecitazione delle realtà sociali presenti nell’ex Ospedale, ha promosso un tavolo di concertazione con Regione, Asl 3, ARTE, Coordinamento per Quarto e rete di associazioni e cittadini affiancati dal Municipio Levante; inoltre il Comune ha avviato la riqualificazione dell’intero complesso dell’ex ospedale psichiatrico scongiurandone in tal modo l’integrale privatizzazione.

«Questa mattina abbiamo posto le basi per la nascita effettiva nell’ex ospedale di Quarto di un polo pubblico-privato che porterà al recupero di uno storico spazio della città e renderà quella zona del levante cittadino più vivibile», ha detto l’assessore all’urbanistica del Comune di Genova Stefano Bernini, che ha anche affermato: «Ma c’è un aspetto ulteriore da sottolineare, non si tratta di mere ristrutturazioni immobiliari, bensì della creazione di una vera e propria cittadella aperta al resto del quartiere». 

 

L’obiettivo perseguito dal PUO è attrarre investimenti dei singoli nel complesso immobiliare dell’ex ospedale costruito nel 1892, e vissuto fino al secondo dopoguerra secondo i modelli sanitari consolidati.

 

Basaglia e Slavich avviarono la prima esperienza anti-istituzionale nella cura dei malati di mente dando inizio a una riflessione socio-politica sulla trasformazione dell’ospedale psichiatrico e di ulteriori esperienze alternative e di rinnovamento nel trattamento della follia. All’interno dell’area trovano spazio il Museo delle Forme Inconsapevoli e il Laboratorio di Architettura.

 

Dopo la “chiusura del manicomio” il complesso continua ad ospitare usi sanitari, fra cui uffici ed ambulatori della locale ASL, oltre al mantenimento delle funzioni di accoglienza e cura dei malati psichiatrici.

 

(C.S.)

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