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CULTURA POP, LA PROVINCIA, DE ANDRÉ: AL MOJOTIC I PINGUINI TATTICI NUCLEARI
Astarte Agency
L’intervista a Riccardo Zanotti, voce della band bergamasca in concerto sabato 27 luglio al Parco Nelson Mandela di Sestri Levante
SESTRI LEVANTE (GE) – Trenta milioni di ascolti in streaming, sette milioni di visualizzazioni su YouTube, un’età media di ventiquattro anni e già quattro dischi all’attivo. L’ultimo di questi ha portato i Pinguini Tattici Nucleari ai primi posti della classifica Fimi: ancora oggi “Fuori dall’Hype”, uscito ad aprile per Sony, è tra i cinquanta dischi più venduti in Italia. Dopo diversi sold out lungo lo stivale, la band bergamasca capitanata dal classe 1994 Riccardo Zanotti arriva al Parco Nelson Mandela di Sestri Levante sabato 27 luglio per il Mojotic Festival.
Riccardo, ad aprile è uscito il vostro quarto album, “Fuori dall’hype”. Per voi che fate della provincia una bandiera, essere “fuori dall’hype” significa anche “esser lontani dal centro”?
«Sì, è uno dei significati principali del titolo. Possiamo anche dire che significhi “alienazione”: in questo momento della nostra vita ci sentiamo lontani dalle dinamiche del music business. Abitiamo tutti fuori Milano, nonostante ci convenga trasferirci lì dato che la frequentiamo quasi tutti i giorni. Ai ritmi frenetici della “tecktonik” cittadina preferiamo quelli “cantautorali” di provincia».
Che riflesso ha nella vostra produzione musicale?

«È il baricentro cruciale, ci dà modo di prestare più attenzione ai particolari. A Milano o a Roma un negozio può aprire senza che nessuno se ne accorga, mentre in provincia può diventare un piccolo sconvolgimento della routine quotidiana. È uno sguardo differente sul mondo, più concentrato sui dettagli».
“Fuori dall’Hype” è stato pubblicato da Sony, ed è il vostro primo album con una major.
«Esatto, la Sony ci ha dato una mano da molti punti di vista grazie a personalità variegate e differenti. Dalle grafiche al coordinamento, passando ovviamente dalla produzione: le canzoni erano scritte da un anno, Fabrizio Ferraguzzo ed Enrico Brun ci hanno aiutato molto con gli arrangiamenti, suggerendoci sapientemente alcuni “ricami” senza mai stravolgere il nostro lavoro».
Tetris, Monopoli, la Melevisione: i tuoi testi sono colmi di riferimenti a elementi pop degli anni Novanta.
«Sì, per scrivere le canzoni seguo una sorta di flusso che segue un determinato momento. Le citazioni a elementi pop sono un modo più interessante o piccante di mostrare un sentimento, spostandone contemporaneamente l’attenzione su qualcos’altro che lo fa intendere».
Di recente avete partecipato insieme ad altri quattordici artisti a “Faber Nostrum”, album tributo a Fabrizio De André candidato anche alla Targa Tenco nella categoria “Album collettivo a progetto”. Avete scelto “Fiume Sand Creek”, perché?
«È una delle canzoni di Faber più care a me e a Elio (Elio Biffi, tastierista della band). Il testo di “Fiume Sand Creek” è molto importante e De André, da genio qual era, ha volutamente reso la parte musicale più statica, esaltando ed emancipando così il testo. Per questo motivo, abbiamo messo le nostre idee sulla parte musicale, in una versione più prog ispirata a quella che portava dal vivo con la Premiata Forneria Marconi».
Nell’ambito del vostro tour parteciperete anche al Jova Beach Party di Jovanotti. Come lo avete saputo e cosa vi aspettate da questa data?
«Ci è arrivata la richiesta via mail e subito non ci credevamo. Poi ci siamo sentiti con Lorenzo anche su Instagram: è un sogno, l’ho sempre stimato molto per diversi motivi. Suonare di fronte a settantamila persone sarà una sfida molto importante, l’unico live con un oceano di pubblico così grande è stato il concertone del primo maggio a Roma, un altro grande nostro desiderio realizzato recentemente».
Su Giulio Oglietti
Cresciuto tra la nebbia e le risaie del Monferrato, è a Genova dal 2013. Laureato in Informazione ed editoria, collabora con GOA da luglio 2017. Metodico e curioso, è determinato a diventare giornalista. ogliettig@libero.itUltime Notizie
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