CROLLA LA LANTERNA. ALIENI O ARCHITETTI?

Parte da Genova “ArchIndependence Day”, competizione “kolossal” lanciata dalla neonata associazione Disordine degli Architetti. Come sarebbe la città senza il suo simbolo? Come lo riprogetterebbero gli architetti genovesi?
Di Giulio Oglietti
GENOVA – L’Anno Europeo del Patrimonio è alle porte, e Genova lo accoglie in modo irreale, cinematografico: un attacco alieno le ha raso al suolo il simbolo, la Lanterna. Stessa sorte han dovuto subire Milano, Roma e Pisa. Ora, a invasione fortunatamente terminata, è ora di ricostruire le opere icona. Da dove ripartire? Chiara Giolito, fondatrice con Eugenio Cappetti dell’associazione culturale genovese “Il Disordine degli Architetti”, potrebbe aver la risposta.
Chiara, cosa c’entra un’invasione aliena con l’Anno Europeo del Patrimonio?
«Lo scenario da film di fantascienza offre uno spunto inusuale per riportare l’attenzione sui luoghi dati per “scontati” dalla cittadinanza, e utilizzati prevalentemente dai turisti. E, soprattutto, è la premessa di fondo su cui gioca “ArchIndependence Day”, concorso gratuito dedicato all’architettura che abbiamo lanciato in occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. La sfida che lanciamo è quella di riprogettare, in maniera ipotetica, “mostri sacri” come la Lanterna di Genova (in foto, in uno scorcio del video di presentazione dell’iniziativa), da dove prenderà il via il concorso».
https://www.facebook.com/disordinedegliarchitetti/videos/1559441657424417/
Il video di presentazione di “ArchIndependence Day”
E non si ferma alla Superba: che altri simboli si potranno ridisegnare?
«Partiremo il 3 gennaio con la Lanterna, e ci sposteremo di tre mesi in tre mesi: dal 3 aprile al 30 giugno toccherà al Colosseo di Roma; dal 3 luglio al 30 settembre alla Torre di Pisa e dal 3 ottobre al 31 dicembre al Duomo di Milano. L’area di intervento (il “solco” risultato dell’attacco alieno) è un po’ più ampio del simbolo distrutto, in modo da dar più spazio alla fantasia nella riprogettazione di un faro per Genova, di un teatro per Roma, di un punto panoramico per Pisa e di una chiesa poli confessionale per Milano».
Chi potrà partecipare?
«A ogni prova potranno prender parte, da tutta Italia, studenti, architetti e ingegneri regolarmente iscritti o in pensione. Si gareggia da soli o in squadra (massimo cinque persone) e, per accorciare le distanze tra università e mondo del lavoro, è previsto un bonus nella valutazione finale per i team in cui figurino almeno uno studente e un professionista. È un concorso “provocatorio”, di piacere che, come suggerisce il nome della nostra associazione (“Disordine degli Architetti”, ndr), si discosta da quelli tradizionali dell’Ordine».

L’area di San Benigno dopo l’attacco alieno
Come lascia anche intuire il video di promozione.
«Esattamente. Inoltre, oltre a una classica tavola A1, anche i concorrenti dovranno consegnare un cortometraggio di massimo tre minuti, in cui dovranno illustrare l’intervento progettuale. In questo modo meno “formale” rispetto ai bandi tradizionali, intendiamo avvicinare anche chi non conosce a fondo questo mondo, mostrando i ragionamenti, le scelte stilistiche, organizzative e dimensionali che contribuiscono alla creazione di un’opera architettonica».
Come saranno scelti i vincitori?
«Attraverso una giuria, che è ancora in definizione e che sarà resa nota i primi di gennaio, in contemporanea con l’uscita ufficiale del bando sul nostro sito. I quattro progetti migliori saranno pubblicizzati e promossi in diverse mostre e proiezioni nelle quattro città, secondo un calendario che definiremo a competizione terminata, nel 2019. I vincitori saranno inoltre nominati “cavalieri” del Disordine degli Architetti e potranno, con noi, proporre e appoggiare altre iniziative di questo tipo».

Su Giulio Oglietti
Cresciuto tra la nebbia e le risaie del Monferrato, è a Genova dal 2013. Laureato in Informazione ed editoria, collabora con GOA da luglio 2017. Metodico e curioso, è determinato a diventare giornalista. ogliettig@libero.itMessaggi correlati
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