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ANDY WARHOL SUL COMÒ TRASFORMA VILLA CROCE
Inaugurata l’esposizione che mostra al pubblico per la prima volta le opere della collezione Rosetta Barabino
Di Chiara Gaddi
Cinquant’anni di avanguardie. Più di ottanta opere e quasi altrettanti artisti. Sono questi i numeri di “Andy Warhol sul comò”, la nuova mostra allestita fino al 5 luglio al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce. Nelle sale neoclassiche il pubblico potrà ammirare, per la prima volta, una selezione delle opere provenienti dalla collezione privata di Rosetta Barabino e dei suoi figli. Frutto di una ricerca visionaria iniziata a Genova negli anni Sessanta e proseguita fino ai nostri giorni, restituisce alla città l’immagine di un centro del collezionismo illuminato, segnando tappe importanti nella storia dell’arte contemporanea.
I lavori, scelti in base alla loro rilevanza storico-artistica, raccontano le vicende delle sperimentazioni internazionali che hanno trasformato il modo di pensare l’arte, dando spazio a tutti i mezzi espressivi, dalla scultura alla pittura, dalla fotografia alle installazioni. Dan Flavin, Andy Warhol, Gordon Matta-Clark, Joseph Beuys e Robert Rauschenberg sono solo alcuni degli artisti in mostra, scelti con lungimiranza da Rosetta Barabino, veicolati da alcune delle più importanti gallerie d’arte italiane.
Per esporre tutte le opere, nate e vissute in un ambiente domestico, Villa Croce ha scelto di dismettere le vesti di museo per tornare a essere una dimora privata, allestendo un ambiente moderno e sofisticato. Sarà facile, in questo modo, che il visitatore abbia l’impressione di essersi intrufolato in una casa lasciata distrattamente aperta dai proprietari, trovandosi a passeggiare tra la stanza della TV (dove non poteva mancare una video installazione di Bill Viola), la cucina e la camera dei bambini. Una scelta per nulla casuale, che dimostra come l’arte possa diventare un’ispirazione quotidiana per immaginare il futuro e non dev’essere per forza pensata dietro le porte di un museo. Così l’arte pop, minimal, land e concettuale non è fine a se stessa e rappresenta, per Rosetta Barabino, il tessuto dove costruire il rapporto con i figli, investire per il loro futuro e trarre gli spunti per la ricerca dell’ordine e del rigore dal quale ripartire.
La mostra, realizzata in collaborazione con Civita, sarà aperta al pubblico fino al 5 luglio, da martedì a domenica, dalle 11 alle 19.
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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