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Al Sivori la proiezione del documentario “E.1027 – Eileen Gray and the House by the Sea”, la storia della designer di fama mondiale

GENOVA – Martedì 11 marzo alle ore 21 al Cinema Sivori sarà proiettato “E.1027 – Eileen Gray and the House by the Sea”, il documentario scritto e diretto da Beatrice Minger in collaborazione con Christoph Schaub che esplora la mente di Eileen Gray, una delle designer più influenti del mondo, raccontando la sua storia e quella della sua casa straordinaria.
Eileen Gray nel 1929 costruisce infatti E.1027, la sua casa in Costa Azzurra, un capolavoro all’avanguardia. La casa prende il nome dalle sue iniziali e da quelle del suo collaboratore Jean Badovici. Dopo averla scoperta, Le Corbusier la modifica con dipinti sulle pareti che Gray considera un atto di vandalismo e ne chiede la rimozione. Lui, ignorando la sua richiesta, costruisce dietro E.1027 il Cabanon. Questa vicenda riflette il conflitto tra espressione femminile e desiderio maschile di controllo.
L’evento – a ingresso libero e gratuito – è a cura della Fondazione Ordine Architetti di Genova ed è patrocinato dal Consolato Generale di Svizzera a Milano. È richiesta per tutti l’iscrizione su Formagenova.it.
Il film riflette l’influenza di Gray sul design attraverso le linee, i colori e le forme, e narra la vita di una brillante artista che ha lavorato a lungo nell’ombra dei suoi colleghi uomini. Pioniera dell’architettura moderna, la designer irlandese ha creato mobili e arredamenti tra i più esclusivi e costosi al mondo. Ha progettato anche l’arredamento completo di E.1027, un aspetto che la distingue dalle altre abitazioni moderne. Oggi, i suoi oggetti d’epoca sono rari e molto ricercati ed esposti in musei e mostre.
Secondo la regista Beatrice Minger “Il film esplora un conflitto irrisolto tra Le Corbusier ed Eileen Gray. Sebbene Le Corbusier avesse il permesso di Jean Badovici di dipingere i murales nella casa E.1027, la questione solleva il problema dell’appropriazione della visione artistica di un altro. All’inizio del XX secolo, le donne artiste erano limitate a spazi interni, ma Gray ha rotto questa barriera entrando nell’architettura, territorio tradizionalmente maschile. Le Corbusier, simbolo del genio maschile, reagisce cercando di sopraffare la sua visione, più sensibile e introspettiva. Mentre Le Corbusier rappresenta un artista competitivo e auto-promotore, Gray preferiva la libertà artistica e non cercava il potere. La disputa sulla paternità dell’opera continua, con opinioni contrastanti, e il dibattito persiste, mentre la casa è oggi un museo che espone entrambi i punti di vista”.
Eileen Gray, nata nel 1878 in Irlanda in una famiglia aristocratica, fu la più giovane di cinque figli. Sua madre, eccentrica, sposò un pittore per provocare la famiglia. Gray fu una delle prime donne a frequentare la scuola d’arte Slade di Londra e si trasferì a Parigi negli anni Venti, dove si immerse nei movimenti artistici. Nonostante la sua natura introversa, realizzò opere moderne e innovative, rifiutando il matrimonio e preferendo relazioni selezionate. A Parigi, aprì nel 1922 la galleria Jean Désert, frequentata da artisti, scrittori e membri dell’alta società. Non si considerava designer, ma un’artista e creatrice a tutto tondo, come indicato nei suoi biglietti da visita. Nel 1923, progettò il Boudoir de Monte-Carlo, che suscitò critiche contrastanti per il suo stile innovativo e alienante. Nei primi anni ’20, incontrò Jean Badovici, con cui collaborò sulla villa E.1027, un esempio di modernità sensibile. La villa porta la firma di Gray, anche se il nome “E.1027” simboleggia la combinazione dei loro nomi. Nonostante un riconoscimento reciproco tra Gray e Le Corbusier, i loro rapporti furono distanti, e nel 1937/38 Le Corbusier dipinse affreschi sulle pareti della villa senza consultare Gray. Nel 1952, vicino a E.1027, Le Corbusier costruì la sua casa, “Le Cabanon”. Dopo aver lasciato E.1027 nel 1931, Gray si ritirò dalla scena pubblica e si trasferì a Tempe A Pailla, una casa più piccola e sofisticata. Successivamente, a causa di un’operazione agli occhi, si spostò a St. Tropez, dove ristrutturò una vecchia casa-vigneto. Tra il 1956 e il 1975, raccolse i suoi progetti in un portfolio che includeva fotografie, schizzi e piani architettonici, ma escludendo i suoi lavori di pittura e fotografia. Fino al 1968, scomparve dalla scena pubblica, mantenendo pochi legami, soprattutto con la nipote Prunella Clough. Fu riscoperta e celebrata nel 1968 grazie a un articolo su E.1027, diventando una figura influente della modernità. Prima di morire nel 1976, all’età di 98 anni, chiese alla nipote di distruggere tutta la sua corrispondenza, lasciando come unico lascito il suo lavoro.
C.S.

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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