A Palazzo Bianco arriva “La Strega” del teatro Cargo

Di il 4 Luglio 2017

GENOVA- Da giovedì 13 a sabato 15 luglio il teatro Cargo è protagonista a Palazzo Bianco con “La Strega”, spettacolo diretto da Laura Sicignano. L’emozionante storia di una strega del Seicento prenderà vita nella suggestiva cornice dei Giardini del palazzo di via Garibaldi, rievocando le persecuzioni e la vicenda umana di una donna che, a causa delle sue particolari virtù, viene condannata dalla collettività.

 

Il romanzo da cui lo spettacolo è tratto è LA CHIMERA del genovese Sebastiano Vassalli: la prima edizione Einaudi è del 1990, anno in cui vince il Premio Strega. Il libro risulta essere tra i più ristampati, venduti, tradotti e anche studiati nell’ultimo decennio del Novecento. Ma è soprattutto una bellissima e avvincente storia che, dal Seicento di manzoniana memoria, ci parla del presente e delle nostre ingiustizie e illusioni

 

Il biglietto è disponibile a 10 euro (intero)  8 euro (ridotto), sia al botteghino un’ora prima dello spettacolo, sia on line sul sito Happyticket. Prenotazione ai numeri 010 694240 e su promozione@teatrocargo.it.

 

 

Siamo forse in una stalla. Ovunque delle rosse mele profumate. Una misteriosa narratrice, (una strega?) a lume di candela ci racconta la storia struggente e verissima di Antonia.

In una notte di gennaio del 1590, una bambina viene abbandonata davanti all’ingresso della Casa di Carità di Novara. Antonia Spagnolini, così battezzata per via degli occhi e dei capelli nerissimi, cresce in Istituto per orfani. Siamo nell’epoca della Controriforma in un villaggio della Bassa. Un paesaggio popolato da figure dimenticate: camminanti, risaroli, banditi, mercenari, dementi, boia, pittori di edicole, falsi preti e predicatori fanatici, comari pettegole e litigiose…

Sul conto di Antonia iniziano a circolare voci orribili: la si accusa di essere una strega, le si fa il vuoto attorno, si diffondono leggende di malefici e crudeltà; quanto Antonia, per amore, inizia a scomparire nel bosco tutte le notti, la gente del paese si convince che partecipi al Sabba. Da qui il processo. Antonia si trova davanti all’Inquisitore, una fila di testimoni depone contro di lei, ma le vere ragioni della condanna stanno altrove.

Nel settembre del 1610, tra festeggiamenti ed esplosioni gratuite di odio, Antonia viene condannata al rogo.

 

(C.S.)

Su Redazione

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