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LE DIMISSIONI DI SERAFINI: LA COERENZA DI UNA SCELTA “LIBERALE”
Elisa Serafini rassegna le dimissioni da assessore alla Cultura e al Marketing del Comune di Genova. La giunta Bucci è colpita dal primo vero terremoto interno e perde una figura di riferimento della squadra costruita soltanto un anno fa
GENOVA – Diversa visione di progetti? Probabile. Divergenza di opinioni sul regolamento anti-kebab introdotto nel centro di Genova? Possibile. Disaccordo riguardo all’organizzazione della mostra sull’acciaio proposta dalla Fiom e sostenuta da partito del Carroccio? Forse. Poltrone più prestigiose all’orizzonte? Alzi la mano chi non è ambizioso.
A prescindere dalla motivazioni che hanno portato l’assessore Elisa Serafini, assessore alla Cultura e al Marketing, del Comune di Genova, a dare le dimissioni, generando la prima scossa tellurica alla giunta Bucci, Genova perde una figura capace e coerente con le proprie idee, dote propria di pochi soprattutto in contesti politici, e animata da uno spirito battagliero che forse a Tursi era indigesto. Questo provvedimento non mi trova d’accordo? Bene, non ci sto, e tanti cari saluti alla giunta.
Fonti vicine al sindaco sostengono che alla base delle dimissioni ci sia anche e soprattutto il sostegno al museo del jeans che Bucci aveva chiesto all’ormai ex assessore alla Cultura di seguire insieme all’ex presidente del Museo della Scienza, Manuela Arata. Ma si tratta della classica goccia che fuoriesce dal vaso. Alla fonte in realtà ci sono una visione più liberale della conduzione politica, che mal si sposava con la linea sin qui condotta dal Comune, e legittime ambizioni di crescita che a torto o a ragione non trovavano sponde nei piani alti di Palazzo Tursi.
La risultante, al di là dell’eco mediatica generata dalla notizia, è che Genova perde un assessore con le idee chiare e la voglia di cambiare passo. In una delle prime interviste rilasciate in esclusiva al nostro giornale (https://www.goamagazine.it/la-mia-ricetta-per-il-rilancio-della-cultura-a-genova/), Serafini spiegava come volesse dare nuova linfa alla cultura <<rendendo più viva l’atmosfera culturale locale, organizzando un numero maggiore di festival che guardino e parlino ai giovani trasformandoli in centri di aggregazione culturale e social>>. A poco più di un anno dal mandato l’obiettivo sembra pienamente centrato. Genova nei primi mesi del 2018 ha fatto registrare il record di turisti in visita (un caso?), anche grazie alle iniziative culturali, e messo in piedi un numero altissimo di eventi artistici on te road. E pazienza se le polemiche legate alle dimissioni del presidente del Premio Paganini, Fabio Luisi, e alla gestione del Museo di Villa Croce abbiano fatto storcere il naso a qualcuno e dato diritto di opinione a chi è in disaccordo con chiunque occupi poltrone prestigiose con incarichi di responsabilità. I mugugni, le polemiche, i se e i ma a Genova sono sempre stati ricorrenti. Forse, almeno questa volta, un bel tacer sarebbe stato più opportuno.
Su Tomaso Torre
Giornalista pubblicista dal 2003, è fondatore e direttore responsabile di GOA Magazine. Appassionato di arte, cultura e spettacoli ha collaborato per anni con diverse testate locali occupandosi di cronaca ed attualità, sport e tempo libero. “Ho sempre coltivato il sogno di realizzare un prodotto editoriale dinamico e fluido che potesse rispondere alle esigenze informative di un pubblico sempre più competente ed avanguardista”.Ultime Notizie
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