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FRANCESS, “MA SE GHE PENSO” IN SALSA ANGLOSASSONE AL GALATA MUSEO DEL MARE
Dopo l’uscita del suo primo album “A bit of italiano”, la cantante italo-jamaicana Francess presenta a Genova il suo disco e il videoclip di “Ma se ghe penso” in versione inglese. Doppio appuntamento il 7 presso il Carlo Felice e l’8 maggio all’Auditorium del Galata Museo del Mare.
di Carolina Beretta
Dall’incontro tra Italia e Jamaica nasce una voce singolare, una voce che ha tanto da raccontare. E’ quella di Francesca English, meglio conosciuta come Francess, cantante italo-jamaicana di impronta Blues, Jazz e Soul che prima di sbarcare a Genova si racconta a GOA partendo dai primordi del suo percorso musicale, iniziato ufficialmente cinque anni fa, quando. «Per caso, il mio attuale produttore notò un video in cui cantavo – racconta l’artista – fu un colpo di fulmine e da quel momento iniziò la mia carriera.»
Nel 2017 esce il suo primo album “A bit of italiano”, una rivisitazione e una traduzione in inglese dei brani della tradizione italiana, che presenterà domenica alle 11 presso il Teatro Carlo Felice. L’appuntamento non finisce qui perché il giorno dopo, alle 17.30, Francess si esibirà live all’Auditorium del Galata Museo del Mare insieme al quartetto d’archi del Carlo Felice per la presentazione della nota canzone genovese “Ma se ghe penso” in versione inglese realizzata in collaborazione con il Teatro stesso.
“A bit of italiano” è il tuo primo album, qual è l’essenza?
«E’ un disco nato dal desiderio personale di trovare un punto d’incontro tra le mie due culture. Mio padre è jamaicano e mia madre italiana, sono nata a New York e cresciuta a Torino. Perciò con il mio produttore abbiamo raggruppato dei brani della tradizione italiana, li abbiamo rispolverati, rielaborati, riarrangiati e infine tradotti in inglese.»
“Don’t want the moonlight” uscito il 28 aprile, è il nuovo singolo estratto dal tuo album: di cosa parla?
«Il singolo è la rivisitazione del celebre brano di Fred Buscaglione “Guarda che luna”. La traduzione di questo brano in realtà era già stata fatta negli anni Cinquanta, perciò il testo non è stato toccato poiché già tradotto. Noi l’abbiamo solo riarrangiato basandoci sulle sonorità del Soul, del Jazz e del Blues. Comunque è un brano che già si presta molto a questo tipo di influenze.»
Domenica presenterai il tuo nuovo album al Carlo Felice mentre l’8 ti esibirai al Galata Museo del Mare per la presentazione del videoclip “ma se ghe penso” in versione inglese: com’è nato questo progetto? Hai un legame con Genova?
«Uno dei miei produttori è genovese e ho iniziato a frequentare Genova da quando ho iniziato il mio percorso musicale. Un giorno siamo stati invitati come ospiti ad uno spettacolo di comici genovesi, i Bruciabaracche. Proprio da questa ospitata, al mio produttore venne l’idea di tradurre “ma se ghe penso”, una canzone in dialetto della tradizione genovese. Un brano sacro per i genovesi, tanto è vero che all’inizio ero timorosa, poiché quando tocchi delle canzoni così insite nel cuore della gente è sempre un rischio. In realtà i riscontri sono stati molto positivi, il pubblico si è mostrato contento e ha apprezzato moltissimo il brano tanto che siamo riusciti a registrarlo con l’orchestra del Carlo Felice. Infatti l’8 maggio alle 17.30 presenteremo la canzone con il quartetto d’archi del Teatro.»
Cosa hai provato cantando, come hai detto tu “un brano sacro”, come “ma se ghe penso”?
«Oltre ad essere una bellissima canzone, è un brano che bene o male sento un po’ mio. Racconta la storia di un genovese che parte e va a cercare fortuna in America Latina un po’ come fece mia madre, che seppur piemontese, da giovanissima partì per l’America per cercare fortuna. “Ma se ghe penso” ha come tema lo “sradicato”, tema che ho sempre sentito particolarmente, sia per una questione familiare sia per una questione personale poiché a tre anni sono andata via da New York con i miei genitori per venire a vivere a Torino.»
Per il tuo album hai un tour in programma?
«Per ora ho in programma delle date di presentazione dell’album. Quest’estate sarà incentrata sulla promozione del progetto tramite concerti in giro per l’Italia. Per il tour non c’è ancora nulla di certo, ogni settimana si aggiungono date nuove mirate alla presentazione di “A bit of italiano”.»
Prossimo singolo?
«Il prossimo singolo sarà l’unico brano inedito del disco, scritto da noi metà in inglese e metà in italiano. Un singolo che rappresenta molto bene la confusione e l’equilibrio che convivono nella mia mente, viste le mie origini e le due lingue che mi appartengono.»
Per info sugli eventi e le date dei concerti di Francess:
https://www.facebook.com/FrancessItalia/
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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