IL TEATRO DELLA GIOVENTÙ IN RIVOLTA

Di il 18 Maggio 2015

Ultimo appello del TKC prima del tracollo: “Ministero e Regione ci hanno ammazzato e ora ci ignorano”

Di Chiara Tasso

“Non sono una comparsa, siamo tutti protagonisti” è la nuova campagna di sensibilizzazione promossa dal Teatro della Gioventù a favore della cultura e del teatro. Un’iniziativa che rappresenta l’ultima possibilità di sopravvivenza per il teatro diretto da Massimo Chiesa, che si prepara al peggio dopo i danni arrecati dall’alluvione dello scorso ottobre. «Ormai non abbiamo più nulla da perdere, il teatro si trova in una situazione molto grave a causa di politici che non sanno fare il proprio dovere – esordisce così Chiesa, direttore del teatro di via Cesarea – Abbiamo passato un 2014 terribile, tra i danni avuti dal Ministero dei Beni Culturali, che ci ha bloccato le ultime sovvenzioni creando un buco di un milione di euro, e quelli arrecati dall’alluvione e dalla Regione, che ci hanno fatto perdere 700 mila euro di incassi».

Un teatro in ginocchio, che negli ultimi mesi ha collezionato debiti con fornitori, Regione e SIAE, e ha sospeso gli stipendi ai dipendenti. A questo si unisce, secondo Chiesa «l’indifferenza delle autorità, più volte contattate per ottenere un confronto sul destino del teatro, ma sempre irreperibili. Vista l’impossibilità di dialogare con Salvatore Nastasi, direttore generale dello Spettacolo dal Vivo, Elda Traverso, dirigente dell’Assessorato al Bilancio e Patrimonio della Regione LiguriaDSC_3078, e gli assessori Pippo Rossetti e Angelo Berlangieri abbiamo deciso di avviare questa campagna di sensibilizzazione che si rivolge a tutti i teatri italiani, con la speranza di trovare una collaborazione con la nuova Giunta Regionale che si insedierà tra pochi giorni».

Affinché il Teatro della Gioventù sopravviva, sono necessari diversi interventi che, secondo i vertici del TKC, la Regione non può ignorare. Primi tra tutti, il recupero del piano inferiore, reso inagibile dall’alluvione, il ripristino dei bagni pubblici e dei camerini e il funzionamento dell’impianto di riscaldamento e di aria condizionata, fattori che hanno causato un forte calo degli spettatori negli ultimi mesi. Se queste operazioni verranno ancora a lungo ignorate, Genova si troverà con un teatro in meno. Un teatro che in tre anni ha portato avanti un progetto giovane e concreto, totalizzando oltre 180 mila presenze.

«La campagna che stiamo avviando è apolitica – conclude Chiesa – la cultura non è né di destra né di sinistra, ma deve essere di tutti. Non è una parolaccia, i politici non devono aver paura di nominarla. Una città come Genova ha tutti gli ingredienti necessari per diventare Città della Cultura, sta al sindaco e al nuovo presidente della Regione lavorare per ottenere questo merito. Genova lo deve prima di tutto ai propri cittadini e, in secondo luogo, ai turisti che vengono da fuori. Perché la cultura porta ricchezza».

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