Esemplare di tartaruga soccorso al largo di Genova: ora è in cura all’Acquario

Di il 21 Maggio 2025

GENOVA – Una tartaruga Caretta caretta è stata soccorsa nel pomeriggio di sabato 17 maggio a circa un miglio al largo dal litorale di Genova. Al diportista che l’ha avvistata è parso che avesse difficoltà a immergersi e che stesse in posizione verticale.

La tartaruga è un esemplare di 43,5cm di lunghezza e 42 cm di larghezza e del peso 11,7kg.

L’animale è stato trasferito all’Acquario di Genova, sotto il coordinamento di Capitaneria di Porto, ed è stato preso in cura dallo staff medico-scientifico della struttura genovese che l’ha visitata e avviato tutti i controlli del caso.

Dai controlli ecografici non risultano corpi estranei. All’animale, in apparenti buone condizioni di salute, sono stati effettuati gli esami del sangue e dei tamponi di cui si attendono gli esiti per accertarne lo stato effettivo. In questi giorni di degenza ha espulso con le feci della plastica che evidentemente aveva ingerito.

L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per il recupero delle Caretta caretta (accordo Stato-Regioni). Nel 2017 è stato riconosciuto ufficialmente come centro di recupero e lunga degenza delle tartarughe marine dal Ministero della transizione ecologica.

Si ricorda che chiunque avvisti un esemplare in stato di difficoltà deve allertare immediatamente la Guardia Costiera – chiamando il numero 1530 o il 112 – che a sua volta contatta immediatamente gli esperti dell’Acquario di Genova, i quali valutano il caso e la necessità effettiva di intervento e danno indicazioni su come operare.

Nessuno è autorizzato a recuperare di propria iniziative (anche se a fin di bene) le tartarughe prima di avere il nulla osta dalla Guardia Costiera. Si ricorda che la cattura delle tartarughe è vietata dalla legge, in quanto specie protetta dalla Convenzione CITES.

L’attività di pronto soccorso tartarughe di Acquario di Genova è svolta in accordo con i Carabinieri Servizio CITES, che coordinano a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che tutela questi animali, e in collaborazione con la Guardia Costiera, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima della Liguria e l’Acquario che ha l’obiettivo di definire e gestire i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà, oltre che nel comune intento di rilanciare, in ogni favorevole occasione, un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino. 

Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca, reti fantasma in cui rimangono imprigionate, ami di palamiti nella cavità boccale o nel tratto digerente, reti a strascico e da posta, ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.

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