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IL SIPARIO DEL TEATRO DUSE SI APRE PER L’OPERA DA PREMIO NOBEL “I RACCONTI DELLA PESTE”
Dal 12 al 22 aprile va in scena lo spettacolo firmata dallo scrittore Mario Vargas Llosa i cui cardini sono le relazioni sociali, l’amore, la narrazione, la creatività e l’umorismo
GENOVA – Va in scena al Teatro Duse “I racconti della peste”, opera teatrale firmata dallo scrittore Premio Nobel Mario Vargas Llosa i cui cardini sono le relazioni sociali, l’amore, la narrazione, la creatività e l’umorismo. L’appuntamento è dal 12 al 22 aprile.
Lo spettacolo, coprodotto dal Teatro Nazionale di Genova e dal Teatro Stabile di Catania, è diretto da Carlo Sciaccaluga che l’ha messo in scena per la prima volta in Italia, proprio a Catania nello scorso novembre.
Firenze, XIV secolo, cinque persone appartenenti a classi sociali diverse si rifugiano in una villa in campagna per sfuggire alla Peste. Si tratta del duca Ugolino (Angelo Tosto), di Aminta, contessa di Santa croce (Barbara Gallo), dello scrittore Giovanni Boccaccio (Roberto Serpi), di Filomena (Giorgia Coco) e di Panfilo (Valerio Santi).
La messa in scena è dominata da un ampio girevole su cui i cinque protagonisti, con indosso abiti contemporanei, si alternano a raccontare novelle, storie, sogni, fantasie, lasciandosi via via travolgere dalla loro immaginazione e creando di fatto un mondo parallelo che possa fungere da scudo a ciò che sta accadendo fuori dalle mura della villa.
Come è evidente la pièce che Vargas Llosa scrisse nel 2015, e che segnò il suo debutto come attore nella prima messa in scena, trae ispirazione, almeno nell’incipit, dal celeberrimo Decamerone di Boccaccio ma, come precisa il regista Sciaccaluga: «La fondamentale differenza è che questi raccontisono narrati e agiti dai protagonisti. Ognuno di loro si trasforma in diversi personaggi e ad un certo punto distinguere tra realtà e finzione diventa quasi impossibile».
Lo spettacolo è un grande meccanismo teatrale che porta in scena le paure e i tormenti del nostro tempo (pandemie, cambiamenti climatici, conflitti internazionali) e mostra come l’unione, la forza esorcizzante del racconto, il gioco della finzione, l’arte e l’immaginazione dell’essere umano, siano le chiavi per superare qualunque avversità.
«In fondo – aggiunge il regista – siamo anche di fronte a una meravigliosa apologia del teatro. Se l’essere umano smette di essere testimone di sé, non esiste più. É soltanto nello stare insieme chepossiamo trovare ancora la forzadi dirci che un lieto fine è possibile».
I racconti della peste va in scena al Teatro Eleonora Duse da mercoledì 12 a sabato 22 aprile. Mercoledì e venerdì lo spettacolo inizia alle ore 20.30, giovedì e sabato alle 19.30, domenica alle 16. Lunedì riposo.
Info su teatronazionalegenova.it
CS.
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