MARIO BAGNARA, L’IMPRENDITORE CON LA PASSIONE PER IL TEATRO

Di il 29 Settembre 2016

 

Ha portato avanti l’azienda di famiglia, ha scritto ventitré testi teatrali e si è sempre diviso tra il lavoro imprenditoriale e la passione per il palcoscenico. Goa Magazine lo ha intervistato in vista dello spettacolo “Il maestro di tango”, che sabato e domenica aprirà la nuova stagione del Teatro Garage

 

Imprenditore, scrittore e commediografo, la vita di Mario Bagnara si è sempre divisa tra l’azienda di famiglia, la Bagnara Legnami Spa, e la passione per il teatro. Due mondi apparentemente lontani che hanno portato l’imprenditore genovese a raggiungere numerosi successi. Superati gli ottant’anni, Bagnara ha all’attivo ventitré testi teatrali, parte in italiano e parte in dialetto genovese, il romanzo “La rosa nera” edito da Marietti nel 1990, collaborazioni di spicco, come quella con il grecista Umberto Albini e con il docente di Drammaturgia Roberto Trovato, e biografie di personaggi notevoli come quella di Constance Lloyd, la moglie di Oscar Wilde, protagonista di un testo portato in scena dal Teatro della Tosse nei primi anni Novanta.

Ed è proprio con un lavoro di Bagnara che il Teatro Garage ha scelto di inaugurare la nuova stagione teatrale. Sabato alle 21 andrà in scena “Il mastro di tango”, un noir con protagonisti Lorenzo Costa, Francesco Pedone e Federica Ruggero, che torna al teatro di San Fruttuoso (via Paggi 42/b) dopo il fortunato debutto del 2012. Lo spettacolo replicherà domenica alle 17.

Ecco cosa ci ha raccontato l’autore.

 

Bagnara, la sua vita è sempre stata divisa tra il lavoro e la passione per il teatro. Come è riuscito a coniugare due impegni così diversi tra loro?

Il teatro ha sempre fatto parte della mia vita, come del resto il mio lavoro. Ricordo di aver scritto la mia prima commedia l’estate del mio esame di maturità. Da lì è nata questa passione, che ho sempre coltivato nel tempo libero, tra un impegno e l’altro. Il lavoro nell’azienda di famiglia mi impediva di dedicare al teatro e alla scrittura il tempo che avrei voluto. Quindi per me è rimasta una passione, ma alla quale ho sempre dedicato impegno e dedizione. Ho avuto anche la fortuna di avere una moglie che mi ha sempre supportato in questo; ho sacrificato tanto del mio tempo libero, anche con lei, per seguire questo sogno. E posso dire che è valsa la pena.

 

Quale è il suo ricordo più bello legato al teatro?

Il fatto di avere conosciuto un mondo straordinario ricco di persone interessanti e speciali, che mi hanno arricchito professionalmente e personalmente. Un mondo che non avrei  mai conosciuto, se non avessi portato avanti le mie passioni.

 

Quest’anno il Teatro Garage ha scelto di aprire la stagione teatrale proprio con un suo spettacolo. Cosa ne pensa?

Per me è una soddisfazione e una sorpresa, perché, dopo il successo del debutto di quattro anni fa, il Teatro Cargo ha creduto ancora una volta in questo progetto. Penso che in questi anni “Il maestro di tango” sia cambiato e si sia evoluto, soprattutto grazie al duro lavoro degli interpreti, da Federica Ruggero a Francesco Pedone, che hanno dedicato tante ore rispettivamente alle lezioni di tango e di recitazione.

 

Di cosa tratta lo spettacolo?

“Il maestro di tango” è un noir fortemente intrecciato con la musica e danza. Al centro della storia c’è una dark lady nella cui vita si intrecciano due passioni: quella per un uomo e quella per il tango. Durante lo spettacolo si danza tanto, ho scritto questo testo proprio perché penso che il tango sia un ballo estremamente teatrale e narrativo, poiché racconta una storia, un continuo dialogo tra due ballerini. Perciò era importante che lo spettacolo, tra sorprese e colpi di scena, sfruttasse questa potente energia teatrale, intrecciando la recitazione con la danza.

 

Fotografia di Pietro Bagnara

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