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UN TUFFO INDIETRO NEL TEMPO AL MERCATINO DI SAN NICOLA
Non solo abbigliamento e artigianato: la fiera, fiore all’occhiello della città di Genova per impegno solidale e beneficienza, è anche un piccolo rifugio per tutti coloro che hanno deciso di far rivivere antichi mestieri andati in disuso. Fino a mercoledì.
Di Chiara Gaddi
Mancano pochi giorni alla festa più amata da grandi e piccini e la corsa al regalo si fa sempre più affannosa. Ma se non siete alla ricerca del solito portachiavi o di una cravatta in tinta con i calzini, il Mercatino di San Nicola potrebbe riservarvi qualche piacevole sorpresa. In Piazza Piccapietra, nel villaggio medievale allestito per l’occasione, tra le tradizionali bancarelle e mischiati tra la folla è facile imbattersi in presepai, ceramisti, impagliatori e non solo. Un’occasione per conoscere mestieri andati in disuso perchè sostituiti da produzioni industriali, ma anche per scoprire cosa c’è dietro ad ogni oggetto, assistendo ad ogni fase della sua fabbricazione. Goa Magazine è andata alla ricerca degli artigiani e dei mestieri più curiosi: ecco che cosa abbiamo scoperto.
MODISTA
«La modista non è come la stilista! Io progetto solo cappelli, non abiti! Sono venticinque anni che faccio questo mestiere: ho iniziato nella ditta Borsalino e prima ancora nel teatro di marionette di Bologna… Ho imparato da una signora che, a sua volta, aveva frequentato la scuola a New York, mentre in Italia è andato via via scomparendo… S’insegna ancora in qualche Accademia, ma non è così comune. E’ un lavoro artigianale, fatto di cura del particolare e di ricerca del materiale, che non è così semplice da reperire! Il segreto sta anche nel trovare un buon feltro (esclusivamente di lapin!) che poi va lavorato su teste di legno come nella vecchia modisteria. Oggi la produzione è per lo più industriale, mentre quello che creo io sono veri e propri pezzi unici, fatti su misura e rispettando i desideri del cliente. I modelli più richiesti? Sicuramente il Fedora e il Trilby, dalla tesa più piccola e stretta».
SILVIA RONCONI – 328 609 62 28 – facebook: Huauh Creazioni Cappelli – silviaronc@yahoo.it
SOFFIATORE DEL VETRO
«Ci vanno anni per apprendere l’antica tecnica “a lume”! La insegnavano quasi esclusivamente a Murano, ma per accedere ai corsi bisognava essere residenti, e così ho imparato da solo. Anche l’attrezzatura è autoprodotta. Quello che serve è un cannello, o bruciatore, da cui fuoriesce un mix d’ossigeno e propano. Da questo si ottiene una fiamma abbastanza calda da rendere possibile la lavorazione delle bacchette di vetro: l’abilità sta nel creare oggetti più o meno elaborati. Io mi sono specializzato nella creazione di piccole fate, ispirandomi al mondo “fantasy”. Ma mi piace anche cimentarmi nei gioielli! Ultimamente va tantissimo il genere “steampunk”, in cui unisco al vetro parti metalliche, come ingranaggi, vecchie parti di orologi… sono tutti pezzi unici! E’ un lavoro in via d’estinzione perché queste stesse cose si possono ottenere con tecniche più veloci… Ma volete mettere con l’emozione di soffiare il vetro e vederlo plasmarsi sotto gli occhi? »
MANIDIVETRO – 347 140 83 78 – facebook: manidivetro – manidivetro@alice.it
MACRAME’
«Il macramè è l’antico pizzo genovese lavorato su tombolo. E’ un tipo di lavorazione importato dai marinai dalle colonie ed è conosciuto anche in Sudamerica, sebbene con qualche variante. Anticamente veniva utilizzato per decorare la biancheria e in particolare i bordi degli asciugamani in lino, usanza che ovviamente è andata perduta! Tuttavia, si presta molto alla creazione di gioielli e altri piccoli oggetti, che è quello che facciamo noi. Nel nostro banchetto potete trovare braccialetti, collane e fermacapelli… E soprattutto potete vederci al lavoro, mentre intrecciamo i nodi sul tombolo: un’occasione per tramandare un pezzo di storia della nostra città».
LE SGHIMBESCE, di Gio&Lu – 338 562 60 83 – lesghimbesce@libero.it
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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