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“MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI” IN PRIMA NAZIONALE AL TEATRO MODENA PER RINNOVARE LA TRADIZIONE

Dal 9 al 21 maggio andrà in scena l’opera di Bertolt Brecht sotto la regia di Elena Gigliotti con un cast eterogeneo formato da giovani attori. Porcheddu, dramaturg del Teatro Nazionale: “Ogni generazione ha la sua Madre Coraggio”
GENOVA – “Madre Courage e i suoi figli”, la storia di Bertolt Brecht a 80 anni dalla sua prima messa in scena è oggi più attuale che mai. Il Teatro Nazionale ha colto la sfida e ha deciso di investire sul futuro e sulle nuove generazioni riproponendo l’opera sotto la guida di Davide Livermore e della regista Elena Gigliotti. Lo spettacolo sarà presentato in prima nazionale al Teatro Gustavo Modena dal 9 al 21 maggio.
Guerra, umanità, maternità: sono solo alcune delle parole e dei temi che hanno spinto la giovane regista e attrice di 36 anni Elena Gigliotti a lavorare sul testo di Bertolt Brecht, autore tedesco le cui opere un tempo portavano i teatri alla censura.
Il cast è eterogeneo ed è formato da attori genovesi di grande esperienza, come Andrea Nicolini e Aldo Ottobrino, ma anche da giovani esordienti con grande talento e capaci di farsi valere. Il direttore del Teatro Nazionale Davide Livermore a tal proposito afferma che “per questo spettacolo sono state fatte delle audizioni. Questo porta a un gioco di meritocrazia per i giovani per far si che non pensino che ci siano mondi che non fanno altro che alimentare il loro senso di sconfitta, ma che invece gli danno speranza”. Nel ruolo principale spicca Simonetta Guarino, attrice con alle spalle un’eclettica carriera fatta di teatro, cabaret e tv, con al suo fianco Sebastiano Bronzato, Didì Garbaccio Bogin, Alekandros Memtaj, Matteo Palazzo, Sarah Pesca, Alfonso Postiglione, Esela Pysqyli e Ivan Zerbinati.
In collegamento alla conferenza stampa tenutasi nel foyer del Teatro Ivo Chiesa mercoledì 3 maggio, Davide Livermore ci tiene a fare un punto della situazione sull’ultima stagione teatrale: “Fino ad oggi il Teatro ha registrato oltre 100mila presenze dall’inizio della stagione e intorno agli 8mila abbonamenti. Tutti questi numeri rappresentano una sorta di grande evoluzione significativa del fatto che la comunità si sta riappropriando del proprio spazio: il Teatro Nazionale è il teatro delle persone”.
A presentare l’opera presente anche il dramaturg Andrea Porcheddu che sottolinea la volontà del Teatro di rinnovare la tradizione specificando che a teatro si deve anche ridere, non solo piangere e fustigarsi. “Ogni generazione ha la sua Madre Coraggio, così come la sua guerra. L’umanità non cambia, non impara dai propri errori: questa è le denuncia”, con queste parole Porcheddu situa l’opera ai giorni e ci spiega perché è ancora così attuale.
Si è presentata invece decisa e intimidita allo stesso tempo Elena Gigliotti che entra in questa produzione un pò in punta di piedi ma volenterosa di mostrare le sue capacità e di avvicinare i giovani al teatro. La regista ha espresso le sue preoccupazioni, prima fra tutte quella di portare la guerra a teatro, ma anche il timore di non poter aggiungere nulla alla tradizione. Questo, però, non l’ha fermata e ha messo tutte le paure da parte e si è addentrata con grande coraggio in questa esperienza. “La tradizione deve continuare ad esistere per le nuove generazioni che devono venire a vedere lo spettacolo anche semplicemente per distruggerlo, criticarlo, odiarlo, speriamo amarlo”, sono queste le parole che la Gigliotti usa per descrivere lo scopo che vuole raggiungere con questo spettacolo.
Un grande corpo collettivo si muove sulle coreografie di Claudia Monti – composizioni essenziali e sintetiche che contribuiscono all’dea di straniamento brechtiano – e canta, sostenuto dalle musiche di Matteo Domenichelli. L’artista ha rielaborato in chiave elettronica le songs di Paul Dessau che accompagnavano l’opera di Brecht e composto brani originali che alterano atmosfere rarefatte ed echi di guerra. La parte visiva dello spettacolo si avvale delle luci di Davide Ricciardi e dei video di Daniele Salaris, mentre le scene e i costumi sono firmati da Carlo De Marino.
Elena Gigliotti ambienta lo spettacolo in un luogo e un’epoca indefiniti, con gli orrori delle battaglie scenditi dalle notizie dei tg, a cui si alternano continuamente spot pubblicitari adatti a ogni situazione, anche in tempo di guerra. “Lo straniamento voluto da Brecht si rispecchia nella nostra vita quotidiana, dove le immagini di guerra si alternano agli show televisivi e alle fiction della sera. Ci si trova a un gioioso aperitivo mentre la tv dietro di noi manda immagini tragiche”, sottolinea la regista.
Madre Courage, venditrice ambulante che si sposta da un fronte all’altro per vendere la sua merce agli eserciti, sopravvive alla guerra per mezzo della guerra. Il suo carro è l’ultimo baluardi del capitalismo, è l’algoritmo che promette di soddisfare tutti i bisogni. Ma cosa determina le scelte che la portano a perdere i suoi stessi figli? L’istinto di sopravvivenza? L’ossessione per il denaro? La rassegnazione a un mondi che “così va e non va bene?”. Giocando con diversi registri, Simonetta Guarino ci rivela tutta l’umana ambiguità di questa antieroina stretta da necessità contrastanti, madre di tutti i colpevoli e di tutte le vittime.
“Madre Courage e i suoi figli è un’opera invasa di gaiezza e serietà, che ci costringe a stare alla parte di nessuno e dalla parte di tutti, a confrontarci con la guerra come evento fuori e dentro di noi”, afferma ancora Elena Gigliotti. “È la consapevolezza che ogni altro da noi vive anche in noi, e che da un giorno all’altri i ruoli si rovesciano e tutto può cambiare”.
Inizio spettacolo ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16, lunedì riposo.
Info e biglietti teatronazionalegenova.it
Giovedì 11 maggio alle ore 17 al Teatro Gustavo Modena la compagnia incontrerà il pubblico. L’appuntamento è a ingresso libero su prenotazione tramite il sito del Teatro. Al termine l’Associazione Amici del Teatro Nazionale di Genova offrirà al pubblico un aperitivo.

Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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