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La rassegna “Aqua Mater al Circuito” al Sivori dal 17 aprile al 15 maggio al via con “Il sale della terra” di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado
GENOVA – Quattro film sull’acqua, la sua bellezza e il suo spreco. “Aqua Mater al Circuito” è la rassegna in programma al cinema Sivori (salita S. Caterina 54 r.) dal 17 aprile al 15 maggio 2024, organizzata da Circuito in collaborazione con Fondazione Palazzo Ducale e concepita in parallelo alla mostra “Aqua Mater: Sebastião Salgado”, visitabile fino al 14 luglio nel Sottoporticato di Palazzo Ducale, curata da Lélia Wanick Salgado. La rassegna si compone di quattro film: “Il sale della terra” di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado (mercoledì 17 aprile), “Utama – Le terre dimenticate” di Alejandro Loayza Grisi (mercoledì 24 aprile), “Watermark. L’acqua è il bene più prezioso” di Jennifer Baichwal e Edward Burtynsky (mercoledì 8 maggio) e “La memoria dell’acqua” di Patricio Guzmán (mercoledì 15 maggio). Per ogni titolo sono previste tre proiezioni alle 15.30, 17.30, 19.30 e 21.30. Il biglietto del film è in vendita a 8.50 euro intero ed è ridotto a 5 euro con il biglietto della mostra. Sono validi gli abbonamenti di Circuito. Il biglietto della mostra è in vendita a Palazzo Ducale a 12 euro, ridotti a 10 con il biglietto dei film.
Il percorso espositivo della mostra, prodotta dalla Fondazione Palazzo Ducale in collaborazione con Rjma progetti culturali, Creation e SM-Art, conduce lo spettatore nella penombra alla scoperta delle 42 fotografie di Sebastião Salgado, ognuna illuminata da un fascio di luce e disposta tra i pilastri di pietra del Sottoporticato. Un effetto scenografico che valorizza la riflessione del grande artista brasiliano sullo stato del Pianeta e in particolare dell’acqua, elemento che lo rende unico nell’universo. Il primo film parte proprio da Salgado e dal suo sguardo sul mondo. Mercoledì 17 aprile al Sivori, la rassegna “Aqua Mater al Circuito” inizia con “Il sale della terra”, che ripercorre l’itinerario artistico e umano di Salgado, attraverso gli occhi di suo figlio Juliano e di un grande regista come Wim Wenders. Il film celebra lo splendore del mondo nella sua potenza lirica e l’irragionevolezza umana che ne mette a rischio l’equilibrio.
Il grido d’allarme di Salgado risuona come un’eco nel secondo titolo della rassegna, “Utama – Le terre dimenticate” di Alejandro Loayza Grisi, vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Festival e in programma mercoledì 24 aprile. Non è un documentario ma una storia interpretata da José Calcina e Luisa Quispe fra i protagonisti, che racconta la vita di un’anziana coppia quechua sull’altopiano boliviano, gravata dalla difficoltà crescente di trovare ciuffi d’erba e acqua per il proprio allevamento di lama. Quando il nipote in visita gli propone di trasferirsi in città, lo strappo umano e il dramma della siccità emergono in tutto la loro gravità.
Mercoledì 8 maggio la rassegna prosegue con “Watermark. L’acqua è il bene più prezioso” di Jennifer Baichwal e Edward Burtynsky. Watermark indica il livello dell’acqua da controllare per valutare la salute dell’ecosistema. I due registi, già autori dell’apprezzato “Antropocene”, dalla Cina al Bangladesh, dagli Stati Uniti all’India, mostrano come l’ingegno umano abbia saputo sfruttare la presenza dell’acqua, ma anche come avidità, ignoranza e superficialità abbiano depauperato il pianeta di questo bene essenziale, sebbene sia l’elemento fondamentale per l’esistenza dell’essere umano.
“Aqua Mater al Circuito” si conclude mercoledì 15 maggio con “La memoria dell’acqua” di Patricio Guzmán, che continua il suo percorso di indagine sulla storia del Cile. Il film parte dalla particolare conformazione fisica del suo paese, il più vasto arcipelago al mondo con 2.670 chilometri di coste, sulle cui rive i nativi hanno costruito la loro civiltà. Progredita fino allo strappo provocato dai conquistadores europei, responsabili di aver estirpato quasi completamente una cultura di cui ormai solo poche decine di perone si possono definire discendenti diretti. Un ragionamento che torna all’acqua con l’eccidio del dittatore Pinochet con le migliaia di desaparecidos lanciati dagli aerei nell’oceano. Un bottone trovato su un fondale diventa una testimonianza su un passato da non dimenticare. Conservato e rivelato dall’acqua.
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Su Redazione
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