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LA PASSIONE DELLA CARMEN TRAVOLGE IL CARLO FELICE: L’OPERA DI BIZET IN SCENA DAL 16 MAGGIO

Lo spettacolo sarà diretto dal maestro concertatore e direttore Donato Renzetti e vede la regia di Emilio Sagi. La pièce teatrale andrà in scena fino al 25 maggio
di Alessia Spinola
GENOVA – Siviglia, 1820. Il militare Don José viene sedotto dalla zingara Carmen, allontanandosi dal suo mondo e avvicinandosi a quello di lei in una spirale di gelosia e illegalità che lo porterà ad uccidere lei e a consegnarsi ai gendarmi. È la trama della Carmen, opéra-comique in quattro atti di Georges Bizet su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy dalla novella di Prosper Mérimée che rappresente l’ottavo titolo d’opera nel cartellone della Stagione Lirica dell’Opera Carlo Felice che andrà in scena da venerdì 16 maggio alle 20. Lo spettacolo sarà in replica sabato 17 maggio alle ore 20.00 (turno L), domenica 18 alle ore 15.00 (turno C), venerdì 23 alle ore 20.00 (turno B), sabato 24 alle ore 15.00 (turno F) e domenica 25 alle ore 15.00 (f.a.*).
Alla presentazione dell’Opera ha partecipato anche il nuovo sovrintendente del Teatro Carlo Felice, Michele Galli, che ha sottolineato l’impegno del Teatro nel proporre e promuovere valori artistici d’eccellenza, affermando di volersi impegnare a continuare su questa strada.
Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti, regia Emilio Sagi, ripresa da Nuria Castejón, scene Daniel Bianco, costumi Renata Schussheim, coreografie Nuria Castejón, luci Eduardo Bravo. Allestimento della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma. Orchestra, Coro, Coro di voci bianche e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Maestro del Coro di voci bianche Gino Tanasini.
A dare vita ai protagonisti dell’opera: Annalisa Stroppa /Caterina Piva (Carmen), Francesco Meli /Amadi Lagha (Don Josè), Luca Tittoto /Abramo Rosalen (Escamillo), Giuliana Gianfaldoni /Angela Nisi (Micaëla), Vittoriana De Amicis (Frasquita), Alessandra Della Croce (Mercédès), Luca Dall’Amico (Zuniga), Armando Gabba (Le Dancaïre), Saverio Fiore (Le Remendado), Paolo Ingrasciotta (Moralès).
Carmen di Georges Bizet venne composta tra il 1874 e il 1875 per l’Opéra-Comique di Parigi, dove Bizet stesso curò la preparazione dell’allestimento durante i mesi di prove, continuando a rimaneggiare la partitura fino alla prima del 3 marzo 1875. La lavorazione continuò anche in seguito, e il compositore produsse una versione senza le canoniche sezioni parlate/recitate dell’opéra-comique in vista di un allestimento viennese, dove il genere era poco frequentato, sostituendo le parti parlate con recitativi. L’edizione del 1877, oggi la più rappresentata, si attiene alla “variante viennese”. L’adattamento della novella vide diverse modifiche, tra cui l’introduzione del personaggio di Micaela e il maggior rilievo dato al torero Escamillo. La vicenda si svolge a Siviglia attorno al 1820, dove il militare Don José viene sedotto dalla zingara Carmen, allontanandosi dal suo mondo e avvicinandosi a quello di lei in una spirale di gelosia e illegalità che lo porterà ad uccidere lei e a consegnarsi infine ai gendarmi.
Il potere seduttivo della protagonista costituisce il fulcro attorno al quale si muovono gli altri personaggi, e sarà anche il motivo del suo tragico destino. Carmen è un’eroina libera, voluttuosa ma determinata e profondamente insubordinata a qualsiasi imposizione. Bizet utilizza diversi espedienti compositivi che nell’insieme rendono Carmen un’opéra-comique decisamente aggiornata e rivolta alla contemporaneità, con riferimenti alle innovazioni di Verdi, Wagner e del verismo italiano.
Commenta Donato Renzetti: «L’opera, intanto, è la più rappresentata al mondo, e questo secondo me è il motivo per cui era molto avanti, era molto moderna, soprattutto nel personaggio di lei, Carmen, donna molto forte, autoritaria. Io direi un’opera femminista, se vogliamo. L’uomo, anche oggi, non è cambiato: si innamora della donna, soffre. Purtroppo ci sono ancora i femminicidi, come fu allora Don José contro Carmen. Ma oltre alle melodie meravigliose dell’opera, credo che la modernità stia anche nell’orchestrazione di Bizet, che non vide il successo dell’opera, perché fu un grande insuccesso iniziale. I benpensanti non capivano questo modo di stare sul palcoscenico, con mosse seducenti e accattivanti da parte di Carmen. Georges Bizet sarebbe oggi felice di sapere quanto la sua Carmen sia tra le opere più amate e rappresentate al mondo. Lui che, all’indomani dell’insuccesso della prima avvenuta nel 1875 a Parigi, cadde in una depressione che lo condusse alla morte, forse per suicidio. Bizet sarebbe sorpreso di leggere che il primo a decretare il successo dell’opera fu il pubblico viennese che, nello stesso anno della sua morte, comprese appieno la forza e l’evoluzione della partitura all’interno del genere opéra-comique. Le critiche iniziali rivolte all’opera di Bizet, a parte quella dei benpensanti di un eccesso di volgarità, furono quelle di una certa parsimonia nelle melodie».
Emilio Sagi: «Libera è nata e libera morrà! Questa frase pronunciata da Carmen stessa nel duetto finale dell’opera, a mio avviso, riassume la filosofia della geniale composizione del maestro Bizet, basata sulla novella omonima di Prosper Mérimée. Carmen non è un’opera che racconta gli amori di una donna frivola e volubile. Narra piuttosto un tratto di vita di una donna con le idee molto chiare sulla propria vita basata sulla libertà, parola che viene ripetuta molte volte durante la rappresentazione. L’ambientazione andalusa dell’opera diventa molto importante in quanto la musica del maestro Bizet è piena di arie spagnole. Sembra davvero impossibile pensare che non conoscesse la Spagna. Per questo motivo credo sia importante che gli elementi folclorici di tutta l’opera così come la spettacolarità dell’ingresso dei toreri nella Plaza de toros di Siviglia conservino la purezza di un ambiente festivo in cui si matura una enorme tragedia, una lotta feroce tra due forme completamente differenti di concepire la vita, proprio come l’incontro tra il toro e il torero che deve concludersi con la morte dell’uno o dell’altro».
Biografie
Donato Renzetti è uno dei più stimati direttori d’orchestra della scuola italiana. Ha diretto molte delle più prestigiose orchestre, tra cui la London Sinfonietta, la London Philharmonic, la Philharmonia Orchestra, la English Chamber Orchestra, la DSO Berlin, la Tokyo Philharmonic, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, tutta la RAI Orchestre, la Dallas Symphony, la Belgian Radio and Television Orchestra a Bruxelles, l’Orchestre National du Capitol de Toulouse e l’Orchestre National de Lyon. Direttore principale dell’Orchestra Regionale Toscana dal 1987 al 1992, dal 2004 al 2007 è stato anche direttore principale ospite del Teatro Real de Sao Carlos e direttore artistico e musicale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana dal 2007 al 2013. Nel 2015 è stato nominato direttore della Filarmonica Gioachino Rossini. Per 30 anni ha insegnato direzione d’orchestra all’Accademia Musicale Pescarese. Nel 2019 trasferisce la sua attività didattica all’Alta Scuola di Perfezionamento di Saluzzo, in collaborazione con la Filarmonica Teatro Regio Torino. Dal 2022 è Direttore emerito dell’Opera Carlo Felice Genova.
Emilio Sagi, nato da una famiglia di cantanti, si è laureato in filosofia e letteratura all’Università di Oviedo e ha studiato musicologia a Londra. Nel 1980 ha debuttato come regista ne La traviata a Oviedo, sua città natale. Dal 1990 al 1999 ha ricoperto la carica di Direttore Artistico del Teatro La Zarzuela di Madrid. A Madrid ha successivamente ricoperto l’incarico di Direttore Artistico del Teatro Real, dal 2001 al 2005. Dal 2008 al 2016 è stato Direttore Artistico del Teatro Arriaga di Bilbao. A novembre 2018 ha preso parte alla riapertura del Théâtre Marigny di Parigi, come regista della produzione inaugurale, il musical Peau d Ane di Michel Legrand. La sua ricca esperienza stilistica spazia dal barocco alla zarzuela fino all’opera contemporanea e ha infatti curato la regia di importanti produzioni nei maggiori teatri e festival d’opera del mondo: Teatro alla Scala di Milano, Festival di Salisburgo, Los Angeles Opera, San Francisco Opera, Washington Opera, Gran Teatre de Liceu di Barcellona, Teatro Colón di Buenos Aires, Opéra de Monte-Carlo, New National Theatre di Tokyo, Teatro Comunale di Bologna, Teatro La Fenice di Venezia, solo per citarne alcuni. Le sue produzioni più recenti sono Le nozze di Figaro al Teatro Regio di Torino, Lady be good al Teatro Massimo di Palermo, Don Gil de Alcalà a Santander e Oviedo, Manon di Massenet a Tenerife, Il viaggio a Reims a Santiago del Cile, Il turco in Italia all’Opéra de Lausanne, Rigoletto al New National Theatre di Tokyo, L puritani all’ABAO di Bilbao, Otello di Rossini a Philadelphia ed all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi; L’elisir d’amore al Colon di Buenos Aires, Il pirata al Teatro Real di Madrid ed alla Scala di Milano.
Biglietti
I settore: da 70,00 a 100,00 euro
Il settore: da 55,00 a 80,00 euro
IlI settore: da 45,00 a 60,00 euro
IV settore: da 40,00 50,00 euro
V settore: da 30,00 a 35,00 euro
Under 30*: 25,00 euro
Under 18*; 15,00 euro
*tutti i settori
Per ulteriori informazioni: www.operacarlofelicegenova.it

Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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