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GENOVA MULTIETNICA: I SAPORI DEL MONDO CONQUISTANO LA CITTÀ. LA SECONDA PUNTATA
Nella nuova tappa del reportage dedicato alle numerose realtà di cucine internazionali nel capoluogo ligure, Goa Magazine ha sentito le storie del ristorante iberico Tabarca, del siriano “Allora” e del kenioto “Chakula Chema”
di Alessia Spinola
GENOVA – Che a Genova fosse possibile fare il giro del mondo semplicemente girando nel Centro Storico l’avevamo già capito dalla prima puntata del reportage dedicato alle numerose realtà di cucina etnica presenti sul territorio genovese: tra nuove aperture e locali già esistenti da tempo, è infatti possibile assaggiare i sapori di più di venti Paesi.
Nella scorsa puntata, Goa Magazine si è fatto raccontare la storia di reinvenzione del ristorante messicano Habanero, di O Boteco, locale dedicato alla cucina portoghese che fa scoprire tantissime varianti di baccalà, delle delizie piccanti peruviane di Mi Rico Perù e, per finire, delle specialità gastronimiche polacche di Kowalski (Link prima puntata: https://www.goamagazine.it/sapori-da-tutto-il-mondo-viaggio-multietnico-nel-cuore-di-genova-il-reportage/). Quest’oggi, andremo alla scoperta di altre tre realtà etniche presenti nel cuore della Superba: “Tabarca“, ristorante di cucina iberica che è l’esempio vivente di come gli scambi culturali possano creare connessioni speciali, “Allora“, locale siriano il cui nome nasconde un aneddoto davvero divertente, e “Chakula Chema“, realtà kenyana che è un vero e proprio safari di colori e spezie.
I proprietari di questi locali portatori di cultura si sono raccontati ai microfoni di Goa Magazine, ripercorrendo la loro storia e svelandoci il percorso da loro intrapreso per riuscire a catturare il cuore dei genovesi, vincendo la loro iniziale diffidenza verso questi sapori nuovi e speziati.
TABARCA
Come anticipato poco fa, “Tabarca” (Piazza Bandiera 27R) è la storia di uno scambio culturale: quello fra il proprietario del ristorante Corrado Brunelli e del suo socio nonché Executive Chef Carlos Garrido. Corrado, infatti, durante il suo Erasmus CINDA con l’Università degli Studi di Genova ha conosciuto Carlos e da lì il loro destino si è incrociato, portandoli oggi a gestire un’autentica taverna iberica. Il loro motto è “Compatir es vivir“, ovvero ““Condividere è vivere”, un antico proverbio che racchiude la loro visione di convivialità a tavola: «Io vedevo che mettevano tante cose in mezzo, si condivideva, si cucinava insieme, si spiluccava e ho pensato che a Genova non esistesse una cucina del genere e un modo di vivere la tavola così allegro e amichevole, perciò ne ho parlato con Carlos che era già nell’ambiente della ristorazione e aveva lavorato in realtà molto importanti e abbiamo pensato di portare una vera taverna iberica dove si fa la cucina autentica», racconta Corrado. «Qua a Genova è tutto più impostato: quando arrivi a tavola, anche con amici, ti limiti a mangiare le cose che hai davanti, non c’è quell’armonia a tavola che a noi piace tanto e noi siamo pronti a poartarla qua a tutti», aggiunge Carlos.
Alla fine del Settecendo, alcune famiglie nobili di mercanti genovesi ampliarono le proprie attività commerciali, partendo da Pegli e arrivando fino a Nueva Tabarca, una piccola isola situata nel sud della Comunità Valenciana: è da questa connessione storica deriva il nome del ristorante, che celebra il legame tra la Superba e la città spagnola di Elche, luogo d’origine dello chef Carlos Garrido. Il ristorante offre un’esperienza gastronomica che valorizza la tradizione culinaria spagnola attraverso piatti tipici preparati secondo ricette originali. I loro piatti forti? Le tapas e la storica paella fatta come vuole la tradizione. Per scoprire tutti gli altri loro piatti: https://tabarcacucinaiberica.it/
ALLORA
“Allora” è il ristorante di Samer Harb, arrivato in Italia dalla Siria da ormai da quasi cinque anni e da tre anni e mezzo attivo nel tessuto urbano genovese con il suo locale in Salita di Santa Maria di Castello, 32r e con il suo più recente spazio dedicato allo street food in via di Porta Soprana. Nell’introduzione di questo reportage si è detto che il nome del risorante nasconde un aneddoto divertente, ed è il fatto che Samer ha deciso di chiamare così il suo ristorante perchè “allora” è stata la prima parola italiana che ha conosciuto ancora prima di imparare la lingua.
Profumi esotici, ingredienti ricercati e tanta tradizione: sono questi i pilastri portanti dell’attività di Samer. Come tutta la cucina mediorientale, a dominare sono i sapori intensi e i profumi delle spezie, con una cottura tradizionale che prevede tecniche diverse rispetto a quelle che si usano in Italia, il tutto insieme a tanti ingredienti accostati in una maniera unica. «I genovesi quando sono arrivato non avevano questa conoscenza della nostra cucina perché non ci sono tanti siriani in Liguria, siamo gli unici noi, mentre dal popolo europeo era più conosciuta. In questi anni la nostra cucina è diventata più popolare perché i nostri ingredienti non sono nuovi per gli italiani, sono solo diverse le ricette e le spezie che usiamo», spiega Samer. Per quanto riguarda lo street food, il proprietario ci ha raccontato che i loro cavalli di battaglia sono i falafel e l’hummus, mentre nel ristorante tutti i piatti sono protagonisti. Per scoprire di più su “Allora”: https://alloraristorante.it/
CHAKULA CHEMA
Andare al MOG come cliente e innamorarsene a tal punto da volerne essere parte integrante: è quello che è successo Florence Karisa, giovane cuoca nata in Kenya ed arrivata in Italia nel 2001 che gestisce “Chakula Chema” (in italiano “buon appetito”), il suo piccolo angolo di Kenya all’interno del Mercato Orientale di Genova. Il locale accoglie gli ospiti con un grande e coloratissimo murales rappresentante i colori del tramonto della savana e offre un menù variegato che soddisfa tutti i tipi di esigenze, con anche opzioni vegane e gluten free, garantendo un viaggio autentico nei sapori dell’Africa.
I piatti principali del menù sono il riso cotto con il latte di cocco e il Chapati, pane senza lievito a forma di piadina che può essere accompagnato con carne, pesce o legumi. Nella cucina che Florence propone, dato che viene dalla costa del Kenya, c’è molta influenza del mondo arabo e indiano, creando così un mix unico in cui vengono usate tante spezie integrate con il latte di cocco al posto dell’olio. «Devo dire che la nostra cucina piace tanto e abbiamo tanti clienti genovesi oltre che turisti, invece molti meno del mondo africano, e ci ha molto stupito questa cosa qui. È stata davvero una sorpresa per me, abbiamo anche clienti molto affezzionati», afferma Florenche, aggiungendo: «subito quando vedono la cucina etnica le persone pensano che sia piccante, però speziato non vuol dire piccante, ma saporito, e nel momento in cui lo provano rimangono soddisfatti». Per scoprire di più sulla cucina keniota di Florence: https://moggenova.it/le-cucine/chakula-chema-ristorante-keniota/
Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiMessaggi correlati
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