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Il libro narra del commissario Mariani, salito al Centro di rieducazione cardiovascolare per fare visita alla madre Emma. Come altre volte, fa due passi nella zona. Non sentendo abbaiare una cagna che di solito gli faceva festa, occhieggia attraverso la siepe e la vede insanguinata. Spinge il cancello ed entra. A terra c’è anche un uomo, Patrizio Debenedetti: è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Le indagini sull’omicidio sono affidate al commissario Arnaldi, mentre Mariani viene inviato a Roma per un convegno. Quando ritorna, dopo pochi giorni, scopre che la principale indiziata è Vanna Penchi, un’inserviente del Centro, la donna che cinque anni prima aveva accusato di stupro Debenedetti, la donna a cui era stato dato il nome “Cagna”. Mariani non vuole essere coinvolto, anche per i pessimi rapporti con Arnaldi, ma quando Emma afferma di poter fornire un alibi alla Penchi deve agire, perché deve sapere quanto siano attendibili i ricordi di sua madre che, dopo il pesante intervento, non ha riacquistato la completa lucidità.







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