“Expo Osaka”, presentato il Museo di Arte Orientale di Genova: dalla storia di Edoardo Chiossone al progetto CTE

Di il 1 Luglio 2025

GENOVA – Pomeriggio nello spazio Liguria a Expo Osaka dedicato alla figura di Edoardo Chiossone (1833 – 1896) un illustre incisore ligure che lavorò per il Governo giapponese e visse a Tokyo per 23 anni ed è ricordato in Giappone come uno dei più importanti consulenti stranieri coinvolti dal Governo Meiji, e “padre” delle banconote giapponesi che fu chiamato a progettare proprio per la sua esperienza professionale di disegnatore e incisore. 

Un collezionista che ha contribuito a connettere Italia e Giappone grazie alla sua infaticabile opere di collezionista e incisore stimato, tanto da essere sepolto in Giappone dove ha lavorato tutta la vita. A parlare del più importante Museo di arte asiatica italiana, la sua direttrice Aurora Canepari che ha spiegato come all’interno della sua figura si incontrino il talento artistico e il saper fare tecnologico, che impiegò per la progettazione e la realizzazione di banconote e carte valori, ricoprendo un ruolo di grande importanza al Poligrafico di Stato giapponese. Il suo amore per l’arte giapponese lo portò a raccogliere una grande collezione di opere di alto valore, che egli volle destinare alla fondazione di un museo della città di Genova. Inaugurato nel 1905, primo museo di arte asiatica ad aver aperto al pubblico in Italia, tuttora vanta il primato di più grande e più importante collezione di arte giapponese in Italia.

Chiossone disegna più di 500 lastre per il Poligrafico giapponese. La sua bravura viene premiato con un’assunzione a tempo indeterminato e decide poi di rimanere. Piùdi 15000 pezzi collezionati. 
Parallelamente sono stati illustrati da Franca Giannini, dirigente di ricerca del CNR di Genova, alcuni esempi in cui le nuove tecnologie supportate dalle infrastrutture ad alte prestazioni sono state applicate al servizio dei beni culturali. Ad Expo, in particolare, è stata portata l’esperienza del progetto nazionale CTE, Casa delle Tecnologie Emergenti di Genova, Opificio Digitale per la Cultura, finanziato dal MIMIT e guidato dal Comune di Genova. Il progetto vuole dimostrare come sia possibile gestire e fruire dei beni culturali in modo innovativo attraverso l’intelligenza artificiale, IoT, Internet of things, la realtà virtuale immersiva e aumentata, a supporto non solo della conoscenza ma di una valorizzazione più inclusiva e ampia.

C.S.

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