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E’ UN FESTIVAL SEMPRE PIU’ GIOVANE
Tutti i big si sono ormai esibiti e, come dice il saggio, largo ai giovani. Così la seconda serata di festival fila liscia come l’olio, senza problemi, solo contrattempi. Nulla di che, nulla che potesse inficiare il corretto svolgimento della serata, tant’è che Carlo Conti in conferenza stampa appare addirittura rilassato. Questa sera brilleranno le cover. Speriamo.
di Hira Grossi
Anomalie
La polemica su bellezza-idiozia tiene l’Italia in scacco ben più del tema “diritti” , “adozioni” e “immigrazione”. Sfida diretta tra i belli belli in modo assurdo, Gabriel Garko e Madalinea Ghenea. Mentre il primo ne sta facendo ormai una dietro l’altra, l’altra sorprende e illumina, ogni giorno di più. Così all’ennesima domanda, che ormai sa più di attacco mirato, sul festival gay friendly, sul festival colorato e sul festival dei diritti, l’unica riuscita a mettere a tacere una volta per tutte richieste e supposizioni. E lo fa con una calma, disponibilità, educazione e classe che, probabilmente, è propria esclusivamente di quegli ultra corpi anomali. Quelli con una testa ben funzionante. Così si ferma, cosa rara per le stars del Festival, risponde prendendo tempo (incredibile…). “Si, sono decisamente a favore. Ritengo che l’amore debba essere tutelato. Punto e stop”. Semplice come un bicchier d’acqua, famosa pozione magica senza tempo per frenare drasticamente il senso di sete. Sull’altro tema caldo e collegato, le adozioni, lapidaria, arrossendo, chiude il discorso: “certo che sono a favore, sto cercando io stessa di adottare una bambina”. Grazie e arrivederci. Semplice, diretta, vera: così nessuno potrà mai dire, interpretare o, grazie a cielo, richiedere. Poi due momenti salvano e santificano, forse addirittura tutto il festival: Ezio Bosso che dà una lezione di vita, di musica e di visione che spesso ha bisogno di stare uniti per fare qualcosa di veramente buono, dalla musica alla vita. Infine, un immenso Nino Frassica che prima sbianca un Garko come sempre sulla Luna a colpi di battute e ilarità, poi diventa serio tutto di colpo e noi con lui. Racconta, canta, non lo so, tutti rapiti. Tutti al mare a giocare ancora, perché con i bambini, così come con il mare, non si scherza, mai. Non c’è Ellie Goulding né Nicole Kidman che tengano. Vincitori assoluti.
Restare se stessi.
Ecco cosa aveva promesso a gran voce Gabriel Garko. Così la domanda nasce spontanea, a conclusione della seconda diretta. Gabriel, ci sei o ci fai? Polemicone a forma di domanda in conferenza dove si chiede palesemente se non sia eccessivamente fuori contesto. Risposta: non sono un robot. Resta pur sempre un semplice sex symbol. Gelo diffuso, fuori e dentro. Poi il look, sempre più “contiano” sul colore e sempre più eccessivo nell’acconciatura che ha fatto scatenare i folli dei social. Poi il bello-della-diretta si accende, appunto, in diretta. E nulla fu mai come prima. Tenta di cadere in ogni modo, fa gaffe su gaffe su gaffe che i complottisti della notte attribuiscono a un ottimo ufficio stampa che detta, addirittura, mirati scivoloni. Quello che vediamo è oltre l’immaginazione però: “ho sceso la scala” resta ormai un must dell’era 2.0, “amazing” che diventa un impronunciabile emessin, mezi…boh, lo sa solo lui. Così come, uno abituato alla telelcamera e al pubblico che, non solo, mette gli occhiali legge il gobbo senza tentare di mascherare alcunchè ma fornisce un sebbene perfetto ma pur sempre ¾ tutta la presentazione. Pensare che una pacata Madalina ha guardato la platea, rivolgendosi a tutti, da destra a sinistra, semplicemente salutando. Garkate 0 – Madalina 1.
Spazio alla musica. Anche no.
Tutto gira intorno al Festival. Tutto, fuorchè la musica. Simpatici siparietti di moda, arte varia, vip e meno vip, gente che vede gente, eventi notturni, incontri segreti. Insomma, musica poca. E forse, per questa edizione, va anche bene così. Sfida in Sala Stampa: cercare di NON trovare similitudini, ricordi, accenni e citazioni in ogni singolo pezzo in gara. Almeno dei Big. Discorso a parte per Elio e le Storie Tese: menzione particolare perché, per sua stessa ammissione, è un brano talmente nazionalpopolare da raggruppare in sé ritornelli orecchiabili in generi diversi. Ovviamente, con la perfezione esecutiva che si può permettere solo ed esclusivamente lui. Rimandati tutti a settembre.
Nuovi, vecchi volti e ruoli.
Ecco le vere sorprese del Festival, i giovani, Non soltanto perché sono davvero alla loro prima uscita ma anche perché, al momento, sono gli unici ad avere qualcosa da dire. Non solo come testi, spesso forti al limite della bocca-aperta, ma come presenza. Semplici, immediati e, sorpresona, intonati. Alla faccia dei problemi tecnici e dei volumi sballati, questi vanno dritti. E vincono l’ascolto. Peccato, anzi, peccatissimo per la sfida diretta che ha tanto il sapore della preservazione della specie, Chiara dello Iacovo e Cecile. Troppo forti tutt’e due, amiche e sfidanti. Vince lo scriciolo ma anche la potentissima ragazza di colore. O negra come piace a lei. Vere sorprese, vincenti.
Caso scoppiato.
Morgan l’ha definita “pigrizia compositiva”, i twittatori folli un più semplice “plagio”. Così scoppia l’attimo di polemica, abbastanza tesa da risultare divertente: Morgan scatenato come sempre quando cala la notte e Neffa, alleato a Dolcenera, che cerca di parare i colpi dell’evidenza. I loro brani sono troppo simili, troppo sentiti e troppo melodicamente ricostruititi come…Insomma, sono pezzi di altri. Mentre lo spocchioso Neffa si fa scudo della vecchia storia, abusata da tale Michael Jackson nell’incontro scontro con Albano, per cui le note sono 12 e prima o poi…, la cantante salentina fa proprio orecchie da mercante, quasi stupida, senza dubbio urtata. Lo stesso Morgan, tacciato di aver voluto fare il Facchinetti della situazione al posto del Boudlaire canterino, chiede : “hai voluto fare una citazione? No, allora chiudiamola qui”. Davanti allo smacco, dice il saggio cinese, la miglior difesa è l’ammissione, condita a un pizzico di simpatia in un letto di paraculaggine. Per uscirne puliti non, se possibile e come in questo caso, cornuti e mazziati e a rischio.
Si e No
Si: Chiara dello Iacovo (G), Ermal Meta (G), Clementino, Patty Pravo, Valerio Scanu, Francesca Michielin, Elio e le Storie Tese, Annalisa.
No: Cecile (G), Irama (G), Dolcenera, Neffa, Alessio Bernabei, Zero Assoluto.
Pagellina
Chiara dello Iacovo: carino, radiofonico, non certo memorabilia della musica ma regge. E vince. Forse sarà la coreografia già tormentone.
Cecile: potentissima, nell’immagine, nella presenza, nella voce. Dura, nei testi, nella passione. Una che no si scorda facilmente e, quindi, nell’ambiente vince. Peccato.
Irama: abbastanza da telent, banalotto al punto di sbiadire nella scenografia, se non fosse per la piuma.
Ermal Meta: poeta semi malinconico, fisicamente acciaccato, passa ma non convince.
Dolcenera: si può negare anche l’evidenza ma non l’armonia né la melodia. Così una bella rivisitazione di Natural Woman di Carol King prende piede con l’ancora carina e bravuccia Dolcenera.
Clementino: nel Festival del volemosebene e delle canzonette, ogni tanto arriva qualcuno che spolvera, pur essendo completamente fuori luogo. Figura dell’ignorantone ma fa tanto tormentone.
Patty Pravo: si pensa che l’eccesso di levigatura ormai dai tratti felina serva a distrarre il pubblico sulla totale incapacità della ex ragazza di cantare. Boffonchio continuo, non vediamo l’ora di scoprire che ha detto.
Valerio Scanu: in veste di produttore (anche) con evidente emozione, tradita da una voce ballerina. I testi di Moro, in ogni caso, sono una garanzia. Senza infamia e senza lode.
Francesca Michielin: errori dall’inizio alla fine. Esecuzione tremolante e spesso stonata, strano per lei di solito così precisa e un look che, per il butterfly effect, ha sterminato almeno 1000 fashion blogger in un colpo solo.
Alessio Bernabei: si parla più del ciuffo che del brano. Insomma, il cocktal perfetto per un tormento che arriverà fino all’estate. Che Dio ce ne scampi.
Elio e le Storie Tese: poco da dire e molto da ascoltare e imparare. Maestri, dissacranti e virtuosi al punto giusto. Partono vincenti e se arrivano secondi si deve gridare al Complotto!
Annalisa: peccato per due cose su tutte. Lo smalto ton sur ton con i capelli che acceca gli spettatori e, dettaglio non trascurabile, la strofa del pezzo è paro-paro Sei Bellissima della bertè. Peccato, elegante, brava , precisa, intonata e di carattere. Studiarsela meglio.
Zero Assoluto: chi? O meglio, si sono esibiti? Forse arrivare in fondo con quella totale mancanza di verve che li contraddistingue non ha giovato al duo di mezzo cantante + mimo. NP.

Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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