Al Teatro Duse debutta “Lu santo Jullare Francesco”: Ugo Dighero restituisce la forza di Dario Fo. La recensione

Di il 15 Novembre 2025

di Alessia Spinola

GENOVA – La prima di Lu santo Jullare Francesco al Teatro Eleonora Duse ha confermato, ancora una volta, quanto l’eredità di Dario Fo continui a pulsare viva sulla scena italiana. Ugo Dighero, diretto da Giorgio Gallione, affronta il testo con un rispetto affettuoso ma non museale, restituendo allo spettatore uno spettacolo che vibra di energia, di ludica irriverenza e di quella capacità tutta foiana di far convivere la risata con il pensiero critico (foto in copertina di Alberto Terrile).

La prova di Dighero è solida, generosa, fisica: la sua presenza scenica è il vero motore della serata. Nei panni del giullare che racconta la vicenda di San Francesco, alterna scarti comici e momenti più raccolti con una naturalezza che rivela tanto mestiere quanto sincera adesione al materiale. Gallione, dal canto suo, firma una regia misurata, che lascia spazio al ritmo del racconto e valorizza il dialogo continuo tra gesto, parola e musica della lingua. Scene e costumi di Lorenza Gioberti, insieme alle luci curate da Aldo Mantovani, creano un impianto essenziale ma funzionale, capace di sostenere la narrazione senza mai sovrastarla.

Il maggior pregio dello spettacolo risiede proprio nel suo equilibrio tra la leggerezza giocosa del giullare e la profondità dei temi che attraversano la figura di San Francesco: povertà, pace, natura, umanità. Il risultato è una fabulazione che alterna sorrisi e riflessioni con un ritmo complessivamente efficace, anche se a tratti volutamente dilatato.

Proprio questa struttura, talvolta densa e ricca di rimandi alla tradizione giullaresca, potrebbe risultare un po’ impegnativa per chi si avvicina al teatro per le prime volte. Non si tratta certo di un limite, quanto piuttosto di una caratteristica intrinseca dell’opera: Fo richiede ascolto, pazienza e un pizzico di familiarità con i codici della narrazione teatrale. Per questo, con gentilezza, suggerirei ai neofiti di orientarsi verso proposte più immediate prima di affrontare questo titolo.

Nel complesso, Lu santo Jullare Francesco è un omaggio sentito e ben costruito a un maestro che ha lasciato un’impronta indelebile. Un’ora e venti abbondanti che scorrono con fluidità, sostenute da un interprete in splendida forma e da una regia che accompagna senza ingombrare. Non uno spettacolo “facile”, forse, ma certamente un tassello prezioso per comprendere quanto Fo – a cento anni dalla nascita e dieci dalla scomparsa – continui a parlare al nostro presente con sorprendente lucidità.

Lo spettacolo andrà in scena fino al 16 novembre. Biglietti su teatronazionalegenova.it

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