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A Pasqua, i “Racconti in tempo di peste” di Federico Moccia, Irene Cerboncini, Costanza DiQuattro e Maria Russo

GENOVA – Nel fine settimana di Pasqua i Racconti in tempo di peste, dal giorno 33 al giorno 36 di 100, si aprono al canto lirico e alle scelte degli scrittori Federico Moccia e Costanza DiQuattro. La stagione teatrale online è iniziata il 9 marzo 2020 in reazione all’emergenza Coronavirus. Prodotta da Teatro Pubblico Ligure e Compagnia Corrado d’Elia, con la direzione artistica di Sergio Maifredi e Corrado d’Elia, e si compone di cento giorni con cento artisti per cento racconti. L’obiettivo è portare il teatro nelle case di chi è in quarantena ogni giorno a mezzogiorno, per tenere unita una comunità che si dimostra sempre più numerosa con i suoi 8.678 follower e oltre 174.000 visualizzazioni. Come nel Decameron di Giovanni Boccaccio, in cui l’allegra brigata di dieci fra uomini e donne fecero dell’isolamento necessario un momento vivo di racconto e di umanità in attesa della rinascita del mondo reale, così è nato un luogo virtuale dove darsi appuntamento, per proseguire a raccontare e ad ascoltare storie. I video sono tutti inediti.
La mezzosoprano Maria Russo venerdì 10 aprile (giorno 33) canta Stabat Mater di Giovanni Pergolesi; la scrittrice Costanza DiQuattro sabato 11 aprile (giorno 34) legge un brano del suo libro La mia casa di Montalbano(Baldini e Castoldi), mentre sarà il soprano Irene Cerboncini a festeggiare la Pasqua al fianco degli spettatori, domenica 12 aprile (giorno 35), con Io sono l’umile ancellada Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea e Summertimeda Porgy and Bess di George Gershwin. Infine, lunedì 13 aprile (giorno 36) Federico Moccia, noto sceneggiatore, regista, autore televisivo, autore del popolarissimo romanzo Tre metri sopra il cielo, offre il suo Racconto in tempo di peste con tre letture pensate per queste particolari giornate: I ciechi e l’elefante di James Baldwin, il Discorso per il Nobel di Ernest Hemingway e la poesia La notte è belladi Giuseppe Ungaretti.
Ogni protagonista dei Racconti intreccia la sua storia con Teatro Pubblico Ligure e la Compagnia Corrado d’Elia. Maria Russo e Costanza DiQuattro rappresentano il rapporto stretto negli anni da Teatro Pubblico Ligure con la Sicilia, dove entrambe risiedono. «La Pasqua, vissuta laicamente o cristianamente – dichiara Sergio Maifredi – è un tempo in cui, attraverso la sofferenza, la vita vince la morte. Per questo abbiamo voluto chiedere a Maria Russo, meravigliosa voce lirica, di affrontare lo Stabat Mater di Pergolesi. Ho conosciuto Maria Russo molti anni fa, durante il mio lavoro in quella meravigliosa terra che è la Sicilia. Racconti in tempo di peste è un filo rosso che unisce artisti da ogni parte d’Italia, in un unico canto».Russo, diplomata in pianoforte e canto lirico, ha cantato in numerosi teatri e festival internazionali fra cui il Teatro dell’Opera Baltica di Gdansk, il Teatro Nazionale dell’Opera di Helsinki, il Teatro “Coccia” di Novara, il Teatro “D. Alighieri” di Ravenna e ancora il “NotoMusicaFestival” di Noto. Tra i ruoli debuttati, “Rosina” nel Barbiere di Siviglia di G. Rossini, “Angelina” nella Cenerentola di G. Rossini, “La Musica” nell’ Orfeo di Monteverdi, “Second Woman” e “Second Witch” in Dido and Aeneas di H. Purcell.
«Quando ho letto La mia casa di Montalbano di Costanza DiQuattro – dice Maifredi – ho pensato che la costruzione delle sue frasi, del suo ritmo narrativo avesse dentro il respiro dei grandi scrittori siciliani. Poi ho ascoltato Costanza leggere alcune pagine del suo libro e la sua voce, da autrice, non da attrice, regala il sapore che hanno i cannoli di Sicilia. Un sapore che hanno solo lì, in quella terra. La voce di Costanza aggiunge alle parole scritte qualcosa di non definibile ma che le rende perfette. Mi piace l’idea di condividere con il nostro pubblico quel sapore di estate, di aria salmastra e di vento». DiQuattro dirige il Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, gioiello di famiglia restituito alla fruizione del pubblico dopo sei anni di restauro, e con La mia casa di Montalbano ha esordito come scrittrice raccontando la storia della casa di Puntasecca dove il serial tv ha ambientato la residenza di Montalbano, ma dove lei stessa ha abitato negli anni durante i periodi di vacanza.
Il soprano Irene Cerboncini e Sergio Maifredi si conoscono fin dagli anni del liceo, quando già lei dava prova delle sue doti artistiche, confermati negli anni con una carriera internazionale. «Sono felice di questo regalo – commenta Maifredi – fatto con arte e con amicizia». Cerboncini ha compiuto i suoi studi a Genova, dove si è laureata con il massimo dei voti in Lettere e Filosofia. Contemporaneamente alla formazione universitaria, ha studiato canto lirico sotto la guida del tenore Luciano Saldari. Tra i suoi più importanti impegni artistici figurano il debutto di “Turandot” al Teatro Carlo Felice di Genova (2003) con la regia di Giuliano Montaldo, il ruolo di Desdemona nell’Otello a Tokyo (2008), “Adriana Lecouvreur” al Teatro alla Scala di Milano (2007), “La Fanciulla del West” al Festival Puccini di Torre del Lago, solo per citarne alcuni. Inoltre, le 2015 ha tenuto un recital per Papa Francesco presso la Sala Nervi del Vaticano.
«Abbiamo invitato Federico Moccia più volte in Liguria nei nostri progetti – conclude Maifredi – e sempre mi ha sorpreso la sua gentilezza, al sua capacità di ascoltare, di ricordarsi delle persone, la sua generosità e vorrei dire il non essere egocentrico, come spesso accade a chi come lui ha un grande successo di pubblico. Resta sempre attento agli altri. E così anche in questo regalo che ci ha fatto si è messo in gioco, condividendo con noi i suoi autori e il suo tempo di oggi. Simile a quello di ognuno di noi». La storia di Moccia va ben oltre il successo del romanzo Tre metri sopra il cielo. Figlio d’arte, suo padre Giuseppe –meglio noto come Pipolo – ha scritto insieme a Franco Castellano molte delle più celebri commedie all’italiana. Federico ha iniziato la sua carriera nel cinema come aiuto regista nel film Attila flagello di Dio diretto da Castellano & Pipolo, e, dopo essersi affermato come autore di testi per produzioni televisivo, è approdato lui stesso al cinema dirigendo film come Non c’è campo, Universitari, Scusa ma ti chiamo amore. Il suo ultimo romanzo è La ragazza di Roma Nord (Sem 2019).
Racconti in tempo di peste è l’ideale continuazione di Soriteatro 2019/2020 e della Stagione del Teatro Sociale di Camogli, legate nella rete Teatri del Paradiso, che comprende i Comuni di Camogli, Recco, Sori, Pieve e Bogliasco come un’unica comunità cui sono rivolte tutte le attività di Teatro Pubblico Ligure e della Fondazione Teatro Sociale di Camogli. Ugualmente i Libridistagione dal foyer si sono trasferiti on line con #Libridasporto, servizio di vendita a domicilio organizzato dalla libreria L’Amico Ritrovato di Genova (https://www.amicoritrovato.it/2020/03/28/emergenza-covid-19-le-librerie-sono-chiuse-fino-a-data-da-definirsi-servizio-di-spedizione-attivo/). Fino a quando ci si potrà rivedere.
Teatro Pubblico Ligure ha messo i Racconti in tempo di peste a disposizione dei Comuni con cui collabora da anni, da Venezia a Ragusa, che li accolgono sui loro siti istituzionali. Un’alleanza stretta per offrire ai cittadini, ogni giorno, un momento di arte e di poesia. Oltre al Comune di Genova, che rilancia i Racconti su https://www.visitgenoa.it/100-racconti-tempo-di-peste su https://www.facebook.com/genovamorethanthis/settings/?tab=video e su https://www.facebook.com/GenovaTeatro/si sono uniti fra gli altri Terni, Ameglia, Vezzano Ligure, Recco e Luni.
Giorno 1 – 9 marzo 2020: Gabriella Greison legge Rotola i dadi di Charles Bukowski
Giorno 2 – 10 marzo 2020: Giuseppe Cederna legge Racconti in forma di poesia di Raymond Carver
Fuori collana: Nove marzo Duemilaventi di Mariangela Gualtieri detta da Giuseppe Cederna
Giorno 3 – 11 marzo 2020: Paolo Graziosi dice Io vulesse truvà pace di Eduardo De Filippo
Giorno 4 – 12 marzo 2020: Michele Sganga esegue al pianoforte la sua composizione inedita Oscillazione gravitazionale
Giorno 5 – 13 marzo 2020: Maddalena Crippa legge Chandra Livia Candiani da Il silenzio è cosa viva (Einaudi)
GIORNO 6 – 14 marzo 2020: Giovanni Falzone, trombettista jazz, esegue il suo pezzo Laila – La conta degli assenti
GIORNO 7 – 15 marzo 2020: Mario Incudine dice Barbablu di Costanza DiQuattro
GIORNO 8 – 16 marzo 2020: Tullio Solenghi legge Chichibio e la gru da Decameron di Giovanni Boccaccio
GIORNO 9 – 17 marzo 2020: Luigi Marinelli (ordinario di Lingua e letteratura polacca, Università La Sapienza, Roma) legge Tadeusz Kantor
GIORNO 10 di 100 – 18 marzo 2020 – Piergiorgio Odifreddi racconta Isaac Newton e la peste del 1665 in Inghilterra
GIORNO 11 – 19 marzo 2020 – Dario Vergassola ha scritto e legge Un’avventura straordinaria al mercato cittadino
GIORNO 12 – 20 marzo2020 – Paolo Bosisio, professore di Storia del teatro e regista d’opera, legge Il sergente della neve di Mario Rigoni Stern
GIORNO 13 – 21 marzo 2020: Antonio Vasta, compositore, esegue Viaggio immaginario
GIORNO 14 – 22 marzo 2020: Lauro Magnani, storico dell’arte – Università di Genova, illustra Il racconto di due misteriosi dipinti di Rembrandt
GIORNO 15 – 23 marzo 2020: Antonio Syxty legge L’autostoppista della Galilea di Richard Brautigan
GIORNO 16 – 24 marzo 2020: Jurij Ferrini legge Svejk nella seconda guerra mondiale di Bertolt Brecht
GIORNO 17 -25 marzo 2020: Paolo Fresu legge Sandro Penna ed esegue Sensousness tratta dal cd Eros (Tŭk Music 2016) con Paolo Fresu, Omar Sosa e Jaques Morelenbaum
GIORNO 18 – 26 marzo 2020: Roberto Alajmo (scrittore) racconta la storia del Principe Monroy della Pandolfina
GIORNO 19 – 27 marzo 2020 – Eugenio Barba e Julia Varley, fondatore e attrice dell’Odin Teatret, condividono in esclusiva MR. PEANUT Un personaggio che non può morire
GIORNO 20 di 100 – 28 marzo 2020 – Massimo Minella, giornalista e scrittore, racconta La leggenda del Rex
GIORNO 21 – 29 marzo 2020 – Paolo Andreoli, violinista (Quartetto di Cremona), esegue Étude-Caprice op.18 n.1 di Henryk Wieniawski
GIORNO 22 – 30 marzo 2020: Angelo Zampieri legge Le Cosmicomiche di Italo Calvino
GIORNO 23 – 31 marzo 2020: Roberto Citran legge Ciao nudo di Roberto Citran e, fuori collana, Sillabari di Goffredo Parise
GIORNO 24 – 1 aprile 2020: Faisal Taher canta Due canzoni per l’Italia
GIORNO 25 – 2 aprile 2020: Andrea Nicolini legge Edgar Allan Poe di Lou Reed
GIORNO 26 – 3 aprile 2020: Edoardo Erba legge Una cosa che comincia per “L” di Dino Buzzati
GIORNO 27 – 4 aprile 2020: Massimo Wertmüller dice La guerra e La stretta de’ mano di Trilussa
GIORNO 28 – 5 aprile 2020: Gian Luca Favetto legge Foglie d’erba di Walt Whitman
GIORNO 29 – 6 aprile 2020: Maria Amelia Monti legge Ami di Edoardo Erba
GIORNO 30 di 100 – 7 aprile 2020: Marco Sciaccaluga legge Impressioni teatrali di Wislawa Szimborska
GIORNO 31 – 8 aprile 2020: Nino Formicola racconta un fatto accaduto a Milano
GIORNO 32 – 9 aprile 2020: Roberto Alinghieri legge il mostro Franz di Stefano Benni e I piaceri di Vitaliano Brancati
“Un Decameron contemporaneo. Non teatro in gabbia, in cattività – spiegano Sergio Maifredi, direttore artistico di Teatro Pubblico Ligure e Corrado d’Elia, fondatore della Compagnia Corrado d’Elia – ma racconti nati qui e ora per noi, per Voi; donati da artisti, scrittori, giornalisti, poeti, musicisti. Perché l’arte, la parola, la musica è ciò che ci fa sentire insieme oltre la paura. Un tempo vuoto da riempire di straordinario, di tutto ciò che nella quotidiana fretta poteva apparire inutile”.
“Lo spettacolo dal vivo – dichiarano d’Elia e Maifredi – è, più delle altre arti, incontro, scambio, partecipazione, atto poetico che unisce, avvicina e annulla le distanze. Ed è proprio nella sua continua tensione verso il contatto umano che sta la sua forza vitale e rigeneratrice. È dunque soprattutto in questo momento di crisi che la natura stessa dell’atto teatrale e del nostro essere uomini di teatro che ci spinge a trovare nuove soluzioni, nuovi percorsi che non si arrendano, e anzi ci spingano a reagire, creando nuove forme di incontro, nuovi luoghi e nuove occasioni. Per restare vivi culturalmente e spiritualmente. Per non sommare al danno economico, che inevitabilmente ci troviamo a fronteggiare, un più grave danno culturale.

Su Redazione
Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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