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Angelo Branduardi in visita al “cannone” di Paganini
GENOVA – «Che canzone dedicherei a Genova? Sono cresciuto tra i malandrini, tra i vicoli. Non può che essere “Confessioni di un malandrino». Scherza così il trovatore – espressione che preferisce a quella di menestrello – Angelo Branduardi, icona della musica folk italiana e non solo oggi in visita a Palazzo Bianco e alle Sale Paganiniane di Palazzo Tursi, location che non poteva non essere una tappa obbligata di ritorno nella sua Genova.
Sua, sì, perché nonostante la carta di identità del trovatore indichi come luogo di nascita del trovatore Cuggiano, città metropolitana di Milano, Branduardi si trasferisce a Genova ad appena tre mesi. E qui, in via della Maddalena, nel cuore dei vicoli del centro storico, vivrà fino all’adolescenza, diplomandosi al Conservatorio Niccolò Paganini a soli 16 anni, a tutt’oggi uno dei più giovani diplomati della storia musicale italiana.
«Siamo felicissimi di poter ospitare Angelo Branduardi nelle Sale Paganiniane – dice l’assessore alla Cultura Barbara Grosso – soprattutto in un momento come questo, in cui i turisti le animano dopo che le abbiamo da poco rinnovate e riallestite».
Genova, dunque, la città dell’infanzia e la città di nascita del violista per antonomasia, proprio quel Niccolò Paganini al quale è appartenuto il violino soprannominato “Il Cannone” per la sua potenza armonica e custodito a Palazzo Tursi. Un violino che il maestro Branduardi – che pure a Cremona, patria di un certo Stradivari non si è tirato indietro – non suonerebbe mai: un misto di terrore reverenziale e di rispetto.
Del resto, come raccontato, il rapporto tra il violista e il suo strumento è diverso da quello di ogni altro musicista: «È Il violino che suona il musicista e non il contrario. È un prolungamento del corpo ed è qualcosa che ha a che fare con la memoria muscolare. Ma anche se ha una spiegazione scientifica è bello pensare che non ci sia, lasciare del mistero».
Angelo Branduardi domani sarà protagonista di un concerto di oltre due ore – durante il quale saranno suonati due inediti, annuncia – nell’ambito della rassegna “Palco sul mare”, proprio nel cuore del Porto Antico.
C. S.
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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Alessia Spinola. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela BiaginiUltime Notizie
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