Canzoni e atmosfere dal misterioso candore lunare: stasera in piazza San Matteo il concerto del Lunaria Teatro

Di il 25 Luglio 2019

GENOVA – Nell’aura mutevole che avvolge la Luna si specchiano le più grandi e spaventose contraddizioni dell’essere umano. La vacuità dei sentimenti, la nostra vulnerabilità e incostanza. Tra i riflessi della musica dalle atmosfere più “lunari” il Lunaria Teatro ha voluto percorrere i mille pensieri che l’uomo ha costruito intorno alla Luna con il concerto della chitarrista Michela Centanaro e della cantante Maria Giulia Mensa, accompagnate dal violoncello di Antonio Fantinuoli e dallo special guest Luca Coloniello (chitarra rock-jazz). Una serata di musica dedicata all’amato satellite terrestre, che andrà in scena questa sera 25 luglio in piazza San Matteo.

La Luna rappresenta il romanticismo per antonomasia, come in Moon river e Fly me to the moon, classici standard jazz cantati dalle voci indimenticabili degli anni Cinquanta. Sa essere infinitamente triste e malinconica ma anche in grado di alleviare ogni pena con il suo spettacolo luminoso in una canzone come Guarda che Luna.

La timidezza è poi una delle caratteristiche di quella Luna che Angelo Branduardi descrive scendere sulla terra a piedi nudi piena di speranze, salvo poi scontrarsi con la realtà che “affrontare il mondo a piedi nudi non si può…” e tornare su nel cielo da cui continuare a osservare il mondo. C’è poi chi, sui tetti, si diletta del candore dei suoi raggi come in Tintarella di Luna, interpretata da Mina, e chi ne parla in toni ritmati e caldi come in E la Luna bussò, che racconta una Luna coraggiosa che decide di scendere in mezzo a noi.

Ma la Luna è stata raccontata anche dai Pink Floyd in “The dark side of the moon”, che racconta proprio di quel lato oscuro della Luna misterioso e sconosciuto ma al tempo stesso così affascinante. Lo stesso lato oscuro dipinto da Mingus in Eclipse, in cui le due forze opposte del sole e della Luna si uniscono in uno spettacolo a un tempo attraente ed inquietante.

La Luna nella tradizione napoletana, spagnola, gitana, italiana, in un concerto che vuole celebrare i cinquant’anni dalla conquista del corpo celeste più cantato di sempre.

Venerdì 26 luglio un netto cambio di registro, per lo spettacolo La donna fatta a pezzi presentato dal Teatro delle Donne di Firenze e interpretato da Antonio Fazzini, per la regia di Filippo Renda.

La narrazione prende spunto dalla omonima novella de Le mille e una notte in cui Shahrazad, la mitica sultana, racconta la storia di una giovane donna senza nome che sarà uccisa dal marito ebbro di una gelosia innescata da un equivoco. Ma, nel più perfetto stile del fondamentale testo della letteratura araba, l’oggetto della narrazione diviene a sua volta voce narrante, in un susseguirsi di scatole cinesi, un dipanarsi articolato e avvincente di racconto nel racconto.

C.S.

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