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“Il Metamorfismo”: l’Arte Contemporanea nei musei civici
Sarà visitabile fino a giovedì e coinvolgerà oltre agli spazi del Museoteatro della Commenda di Prè anche quelli del Galata Museo del Mare e del Museo Navale di Villa Doria a Pegli, il METAFORMISMO, Rassegna d’Arte Contemporanea non figurativa a sostegno di una nuova visione storico-artistica, che consente di individuare e interpretare le forme all’interno delle soggettive architetture di pure linee e colori elaborate dagli artisti.
Le tre Rassegne, tutte in contemporanea, comprendono 160 opere – quadri, sculture, installazioni – di 32 maestri, desiderosi di introdurre innovazioni significative nella cultura artistica. E’ la prima volta che il polo museale del Mu.Ma ospita in contemporanea una rassegna d’arte.
Per l’occasione è stato realizzato il Catalogo della Rassegna, edito da 24 Ore Cultura, intitolato al Metaformismo e con sottotitolo “L’Arte Contemporanea nei civici musei”, l’evento che dal 2005 itinera in contesti museali di prestigio e dal quale l’autore ha estratto il concetto del Metaformismo.
Il Catalogo della Rassegna, oltre a presentare gli artisti, prevede nella prima sezione il racconto della storia dei tre monumenti ospitanti: il Palazzo del Galata (dalle origini all’intervento finale di Guillermo Vàzquez Consuegra), la Commenda di Pré (fissata nelle sue trasformazioni dal Medioevo al Rinascimento) e Villa Centurione Doria di Pegli (una delle più belle ville della riviera genovese che solo un consuocero di Andrea Doria poteva concedersi).
IL METAFORMISMO
“Se l’Arte non ha più niente da dire, l’artista ha ancora molto da comunicare, ma talvolta ciò è reso difficile dall’assenza di dati riconoscibili, quando nella pittura o nella scultura mancano tracce di figurazione – sostiene Giulia Sillato, storico dell’arte di scuola longhiana -. L’arte non figurativa ha evoluto la sua espressività ricorrendo all’impiego di materie vive e persino talvolta invadendo lo spazio. Necessita quindi una riformulazione della concettualità artistica e soprattutto lo sviluppo, nell’osservatore, di capacità critiche e decodificanti i messaggi visivi in assenza di riferimenti interpretativi convenzionali”. Nasce quindi nel 2010 il Metaformismo, teoria visiva innovativa e rivoluzionaria, destinata a mettere in discussione vocaboli da sempre in uso nella critica d’arte, come astratto, informale, aniconico, ma che alla luce di nuove riflessioni appaiono del tutto superati.
Le reali spinte ce le offre proprio l’arte classica, l’arte del passato, quell’arte che ha fatto esistere tutti i monumenti storici in cui l’autore ha realizzato mostre d’arte metaformale dal 1997 a oggi con il ciclo gemello “L’Arte Contemporanea nelle antiche dimore”. Dal passato stesso, oggetto di una polemica avanguardistica che è durata per tutto il XX secolo, nascono i semi di una rilettura dell’arte contemporanea che non ha mai veramente troncato i rapporti con le sue origini. Il Metaformismo quindi nasce da riflessioni sulla possibile continuità del passato nel presente e propone un nuovo modo di leggere le forme all’interno di tutte le espressioni artistiche non figurative, le quali, alla luce di una nuova indagine critica, appaiono “prive di figure ma non di forme”. L’individuazione di queste forme introduce a una migliore comprensione del lavoro artistico.
Ogni appuntamento espositivo è corredato da un catalogo di firma editoriale che dedica la prima sezione al luogo ospitante. Ricca di patrimonio conoscitivo questa introduzione alla grande storia prepara il terreno alla presenza in campo di un gruppo limitato di artisti volutamente prescelti, tra i più geniali e coraggiosi, al di fuori degli scontati circuiti commerciali. Saranno loro i maestri del nostro futuro: è bene tenerlo in considerazione.
Il volume del tris di mostre genovese racconta tre storie, spaziando dalle vicissitudini drammatiche del porto di Genova – che rinasce nel Galata, suo secolare protagonista, trasformato in Museo del Mare da un architetto spagnolo di fama mondiale – alle imprese assistenziali compiute dai Cavalieri Gerosolimitani nella silente Genova del Medioevo – dove la Commenda di Pré era un perno religioso ed economico di peso esclusivo – virtualmente ricostruite nello splendido Museoteatro e infine alle vicende di vita di Adamo Centurione, ricco banchiere che si imparentò con Andrea Doria sullo sfondo della conquista spagnola e per questo riuscì a permettersi una delle ville più belle della costa ligure, che oggi ospita il Museo Navale di Pegli.
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