Giunge al termine il progetto europeo Life Pinna per la salvaguardia della nacchera di mare

Di il 23 Settembre 2025

GENOVA – Si è concluso il progetto europeo Life Pinna, coordinato da Arpal – Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure, nato con l’obiettivo di preservare la nacchera di mare dall’estinzione.
Circa 50 esemplari adulti sono stati trasferiti in Aree Marine Protette a seguito dell’analisi di 200 chilometri di costa condotte in centro giornate di immersioni da più di 60 scienziati provenienti da tutti i Paesi mediterranei coinvolti.

Per raccontare il progetto e i risultati ottenuti, oltre al documentario (visibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=aXS4mBVxVGk), Arpal ha organizzato due giornate di incontri. Il 24 settembre nella sede di Arpal di Genova avrà luogo l’ultima visita di monitoraggio del progetto con la monitor Teresa Catelani e la project adviser María-José Aramburu. Il 25 settembre, invece, si eseguirà una trasferta all’Area Marina Protetta di Bergeggi dove si potrà vedere da vicino le attività realizzate attraverso il progetto.

La nacchera di mare, o Pinna nobilis, fino al 2016 popolava i nostri mari con distese di migliaia di individui ma a seguito di un’epidemia e degli effetti della crisi climatica, questa importante specie è stata decimata, rendendo il ritrovamento di esemplari vivi un avvenimento molto raro.
La nacchera è una specie fondamentale per i fondali sabbiosi e le praterie di Posidonia oceanica, offrendo rifugio ad altre specie e agendo come filtro biologico rappresenta un elemento importante per l’equilibrio dell’ambiente marino.

La Liguria ha contribuito al progetto attraverso due canali, quello strategico ed operativo; Arpal ha coordinato la collaborazione tra partener italiani e sloveni. I fondali del Mar Ligure, in particolare le Aree Marine protette di Capo Mortola (provincia di Imperia) e di Bergeggi (provincia di Savona), sono state centrali nel lavoro di monitoraggio, analisi genetiche e trapianto di individui sani. Operazioni riuscite anche grazie all’aiuto di tecnologie avanzate usate da Arpal come il Rov, robot sottomarino.

Il lavoro, pensato per essere riprodotto in altri contesti, ha portato i ricercatori a creare protocolli operativi per tutte le fasi del processo. Un risultato che offre alla comunità scientifica strumenti e tecniche da usare nei prossimi anni.

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