La crociata dei bambini: all’Albergo dei Poveri lo spettacolo del nuovo teatro universitario Il Falcone

Di il 20 Maggio 2019

GENOVA – Dopo tanti anni di silenzio, a Genova è rinato il teatro universitario, ed è stato battezzato Il Falcone in onore della più antica sala teatrale della città, l’omonimo spazio a Palazzo Reale che oggi ospita mostre. Il Falcone si presenta al pubblico in un luogo diverso ma altrettanto ricco di storia e significato, l’Albergo dei Poveri, vasto complesso architettonico in piazzale Emanuele Brignole, costruito nel XVII secolo dall’antica Repubblica di Genova per ospitare i bisognosi e attuale sede della Facoltà di Giurisprudenza. L’Università di Genova riceve quindi a casa sua gli spettatori che vogliono incontrare il teatro universitario sabato 25 maggio (dalle ore 16.00 alle ore 19.00, un nuovo inizio ogni ora) e assistere allo spettacolo di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco “La crociata dei bambini”, ispirato all’omonimo libro di Marcel Schwob. Ne sono protagonisti gli studenti del laboratorio di messa in scena STARE, parola e voce con Carlo Cusano, Chiara Giustri, Giuseppe Saccotelli e la partecipazione della Compagnia Piccolo Canto. L’ingresso è libero.

Spettacolo è la parola più facile, ma non la migliore. Siamo in un contesto formativo, dove il primo obiettivo è imparare. Cosa? Gabriele Vacis, regista, autore, direttore della Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Torino, con il laboratorio STARE su cui è fiorita “La crociata dei bambini” ha portato a Genova un nuovo modo di insegnare teatro, che parte dall’espressione di sé e dall’ascolto degli altri. Antico e utile strumento di equilibrio, se non addirittura di democrazia che ha dato origine all’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, sempre allo Stabile di Torino. Vacis dice che con la ventina di ragazzi provenienti da diverse facoltà che hanno aderito a STARE, ha lavorato sulla Schiera. La spiega così: “Schiera è una pratica di attenzione. È un’osservazione serena di eventi in cui siamo coinvolti e nello stesso tempo testimoni. Accade quando siamo in uno stato di percezione molto speciale, perché siamo veramente in pericolo, quando abbiamo paura perché abbiamo ragioni vere di avere paura, quando siamo presenti a una nascita o a una morte. Grande gioia o grande dolore. In quei momenti il nostro corpo sa cosa fare e lo fa. Siamo presenti, siamo aware, parola inglese che comprende il corpo e i sensi”.

Il laboratorio nasce da qui e i veri protagonisti, i ragazzi, hanno iniziato curiosi per rimanerne stregati. Hanno capito che il teatro può essere una cura per sé, per stare meglio al mondo. Gli studenti, Vacis e Tarasco si sono incontrati quattro giorni a febbraio, quattro giorni a aprile e quattro a maggio. Ora hanno voglia di incontrare altre persone. Per questo invitano il pubblico a entrare allo scoccare di ogni rintocco dalle 16 alle 19 di sabato 25. Poi proseguiranno un percorso che forse porta a una professione o anche solo a qualcosa che si avvicina di più al saper “stare” con gli altri. Hanno lavorato sul tema della leggendaria crociata dei bambini di cui ha scritto Schwob nel libro con la prefazione di Jorge Luis Borges. Si narra che nel Medioevo partissero da Francia e Germania per riscattare il santo sepolcro. Nessuno si è salvato. Nemmeno la leggenda ha avuto pietà di un’idea così ingenua. Eppure l’idea che qualcuno affronti una missione impossibile rimane bella e terribile per sempre.

C.S.

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