“VI RACCONTIAMO CHI SONO GLI INUMANI”

Di il 19 Aprile 2016

A quattro giorni dall’inizio del Festival Supernova e dal concerto di sabato sera al Porto Antico, i Tre Allegri Ragazzi Morti ci hanno parlato del nuovo album, del tour quasi concluso e del loro mondo nascosto dietro una maschera e una matita

Di Chiara Tasso

Arrivano direttamente da un universo immaginario, a metà tra i supereroi della Marvel e gli esseri “in-umani” che popolano questa terra. Sono i Tre Allegri Ragazzi Morti, che sabato 23 aprile alle 20 saliranno sul palco del Porto Antico per presentare il loro ultimo lavoro discografico,”Inumani”, uscito lo scorso 11 marzo e anticipato dal singolo “In questa grande città (La prima cumbia), che ha svelato la collaborazione del gruppo di Pordenone con un fan d’eccezione: Jovanotti. Da più di vent’anni nello scenario della musica indipendente italiana, i Tre Allegri Ragazzi Morti da sempre si esprimono attraverso i disegni di Davide Toffolo – fumettista, voce e chitarra della band – e attraverso la musica, che negli anni ha toccato più generi, dal rock alternativo, al punk, al reggae. “Inumani” è prodotto dalla Tempesta Dischi, casa discografica indipendente fondata nel 2000 dal bassista del gruppo Enrico Molteni. Per l’occasione, lo abbiamo intervistato. Ecco cosa ci ha raccontato:

Enrico, nonostante siate attivi da più di vent’anni nel panorama della musica indipendente italiana, il vostro mondo sembra rimasto incontaminato, svelato solo attraverso l’emozione della musica e il tratto di una matita. Anche l’utilizzo della maschera è un’abitudine a cui non avete mai rinunciato. Ma dopo tutti questi anni, vi sentite cambiati? Il vostro mondo si è arricchito o ha perso qualcosa?
Siamo cambiati, certo. Ma il gruppo per noi è una cosa con una sua identità e una sua vita. Una specie di giardino che ci piace curare in ogni dettaglio. È un po’ come dire che un giorno noi non ci saremo più ma il gruppo invece ci sarà per sempre. In questo senso non invecchia mai.

“Inumani” è il vostro undicesimo disco che conclude la trilogia iniziata con “Primitivi del futuro” e seguita da “Nel giardino dei fantasmi”. Un album dove continuate a esplorare diverse tematiche e diversi stili musicali. Quali sono le novità e i temi portanti?
Undici nuove canzoni, molte collaborazioni, una registrazione a nostro avviso sempre più curata, una prima cumbia, 700x420_3_allergi_3una presenza importante come quella di Adriano Viterbini alle chitarre che rende il disco più “musicale” rispetto ai precedenti, una grafica bellissima. Dimentico qualcosa? Sicuramente sì, ma credo valga la pena ascoltarlo una volta e farsi una propria opinione.

Nel nuovo album trovano spazio anche molte collaborazioni, da Vasco Brondi, Adriano Viterbini, Letizia Cesarini, fino a Lorenzo Cherubini, che abbiamo sentito nel primo singolo “In questa grande città (La prima cumbia)”. Come sono nati questi incontri?
Sono nati tutti in momenti diversi. Per esempio Vasco e Letizia sono artisti Tempesta con cui lavoriamo e condividiamo idee da molto tempo. Anche con Jovanotti abbiamo ormai un rapporto duraturo nel tempo. Insomma credo che questo disco sia un vero album, come quelli fotografici, dove si sommano i ricordi e gli incontri speciali. Mi piace molto quando ascoltando Inumani penso a tutte le persone che hanno contribuito alla sua realizzazione.

A un certo punto dell’album arrivano canzoni come “Ruggero” o “Ad un passo dalla luna”, e le atmosfere iniziali cambiano improvvisamente. Quale canzone dell’intero disco vi rappresenta di più?
È una domanda difficile, tutt’ora non sappiamo bene se la scaletta è giusta, se i singoli sono stati scelti bene. Questo perché ogni canzone è stata curata in modo dedicato, da un certo punto di vista ci sembrano tutti pezzi molto forti. Oggi come oggi apriamo i concerti con Ad un passo dalla luna e quindi se proprio dovessi scegliere la più rappresentativa sceglierei quella.

Chi sono gli “Inumani”?
Gli Inumani arrivano dall’immaginario dei super eroi Marvel. Ma siamo anche noi umani in questo 2016. Inumani.

La data di Genova chiude il vostro tour, iniziato lo scorso 12 marzo. Come sta andando? Come vi sembra che il pubblico abbia accolto il vostro nuovo lavoro?

Sì, direi che il disco piace, alcuni sono stupefatti, altri hanno da criticare. Però è sempre così quando si fa qualcosa di nuovo. In linea di massima però direi che abbiamo avuto l’approvazione di chi ci conosce.

A Genova ritroverete sul palco Il Teatro degli Orrori, un gruppo che conoscete bene e che producete con la vostra etichetta La Tempesta Dischi. Come sarà condividere il palco con loro?
Non sarà la prima volta. Vogliamo molto bene al Teatro e siamo sicuri che le nostre energie assieme saranno fortissime.

Come prosegue il vostro impegno con il collettivo della Tempesta Dischi? Che filosofia c’è dietro la creazione di un’etichetta indipendente?

Qui forse servirebbe più spazio. Siamo sempre operativi e felici di vedere che i dischi prodotti sono arrivati all’importante numero di 130. È cambiato molto da quando abbiamo iniziato ma il nostro amore per i dischi rimane invariato.

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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