TRE ALLEGRI “E INNAMORATI DI GENOVA” RAGAZZI MORTI

Di il 2 Agosto 2017

 

In occasione del concerto di venerdì sera ai Giardini Baltimora, Davide Toffolo racconta il suo rapporto speciale con la Superba

 

Il meglio della musica indipendente genovese e non solo si prepara per la Notte Greenfog, festival organizzato dal collettivo legato all’omonima etichetta e studio di registrazione genovese, che venerdì 4 agosto dalle 18.30 animerà i due palchi dei Giardini Baltimora di Genova. Per l’occasione, non potevano mancare i Tre Allegri Ragazzi Morti, che proprio dieci anni fa registrarono negli studi Greenfog di Cornigliano uno dei loro maggiori album, “La seconda rivoluzione sessuale”.

 

Una speciale ricorrenza che li porta un’altra volta a Genova, culla anche del neo progetto sulla cumbia che li ha visti impegnati nel nuovo singolo “La Grana”, uscito lo scorso maggio, e nella creazione della nuova estensione della loro etichetta “La Tempesta Sur”. Da oltre vent’anni simbolo dell’indie rock nazionale, il gruppo di Pordenone sarà anticipato dalle band genovesi Od Fulmine, Cartavetro, Rolando/Bacher, l’Ultimodeimieicani e Irman Non esiste. Aftershow al Banano Tsunami a cura di Myss Keta.

 

Un nuovo singolo uscito lo scorso maggio, la prima raccolta italiana di cumbia e un tour in compagnia degli artisti della loro etichetta “La Tempesta” per tutta Italia, che si chiuderà il 15 agosto allo Sziget Festival di Budapest. Davide Toffolo, voce della band, ci ha parlato dei dieci anni dell’album che più li rappresenta, della passione per i ritmi sud americani della cumbia, che hanno portato alla creazione della raccolta “Istituto Italiano di Cumbia (Vol. 1)”, e del rapporto speciale che i Tre Ragazzi Morti hanno con Genova.

 

Come sta andando il tour?

«È stato un tour bellissimo, abbiamo fatto dodici date e suonato un po’ per tutta Italia, circondati da tanta gente e soprattutto da musicisti speciali della nostra etichetta La Tempesta. Oltre all’emozione di condividere il palco con tanti amici, abbiamo capito che la musica che proponiamo è ancora in ottima forma».

 

Proprio a Genova dieci anni fa vide la luce “La seconda rivoluzione sessuale”, forse il vostro disco più importante.

«Sì, il concerto di Genova per noi sarà molto importante: proprio quest’anno festeggiamo il decimo anniversario di un disco fondamentale, che contiene il nostro pezzo più famoso che è “Il Mondo Prima”, un disco che racchiude al suo interno tanti segni che poi abbiamo sviluppato nei dischi successivi. “La Seconda Rivoluzione Sessuale” nacque proprio negli studi Greenfog, per questo abbiamo un rapporto speciale con Genova e con i musicisti genovesi».

 

Come è nata la tua passione per la cumbia?

«Da sempre ho un’attrazione particolare per le musiche marginali, la cumbia è un tipo di musica popolare molto ascoltata in Sud America, dall’Argentina al Messico, sebbene sia molto diversa dalla musica latino americana che siamo abituati a sentire. È una musica primitiva che viene dal popolo, l’ho incontrata in Argentina e mi ha subito affascinato. Da lì poi si è spostata negli Stati Uniti, in Europa e anche in Italia ha trovato una sua versione contemporanea. Girando per le varie regioni, ho avuto la possibilità di conoscere tanti altri cumbieri e scoprire una nuova scena che riguarda appunto questo genere di musica. Proprio negli studi Greenfog è nata la prima mappatura della cumbia in Italia, che ha portato alla realizzazione del disco “Istituto Italiano di Cumbia (Vol. 1)”, anticipato dal singolo “La Grana”, in collaborazione con Ucronic. Della compilation fanno parte nove gruppi cumbieri contemporanei italiani, provenienti da Genova, Roma, Torino, Milano e Pordenone».

 

A Genova hai presentato recentemente il progetto “Cumbia Minimal”.

« “Cumbia minimal” è un esperimento, una stimolazione sul territorio di musicisti che unisce la musica minimalista alla cumbia. Il progetto sposta una musica marginale, legata a una popolazione non colta ma popolare appunto, come la cumbia, a una dimensione colta. È una specie di salto mortale, che però ha un effetto fortissimo sui musicisti, proprio per la sua meccanica musicale. L’ho scritta lo scorso inverno e l’ho presentata la prima volta in pubblico a Genova. Ha avuto un risultato molto positivo, perché coinvolge i musicisti in modo trasversale».

 

Tempesta Sur. Di cosa si tratta?

«La Tempesta Sur è un ramo della Tempesta che darà voce a musicisti e a suoni che arrivano dall’altra parte del globo. Il Sur è appunto l’emisfero che sta dall’altra parte dell’equatore, capovolto rispetto al nostro punto di vista. Questa nuova esperienza è un po’ come vivere con la testa rovesciata, camminando sulle mani. In questo momento è la condizione che preferisco: trovarmi completamente rovesciato rispetto alla realtà».

 

Che concerto sarà quello di venerdì sera?

«Questo tour ci sta regalando concerti tra i più solari, energici e liberi degli ultimi anni. Anche a Genova siamo certi sarà così. Sicuramente, vista la speciale ricorrenza, faremo diversi brani del disco “La seconda rivoluzione sessuale”, che sono comunque sempre presenti nelle nostre scalette. E poi avremo diverse sorprese, con incontri speciali sul palco… ma non voglio svelarvi niente. Una cosa però la voglio dire: a fine concerto, ci sarà al Banano l’aftershow con Myss Keta, un’artista milanese che siamo fieri di avere nel collettivo La Tempesta. È un fenomeno che cambierà la musica, ne siamo certi».

 

A quando il prossimo disco dei Tre Allegri Ragazzi Morti?

«Stiamo lavorando e scrivendo ogni giorno, ma chi ci conosce sa che tra un nostro disco e l’altro passano almeno tre anni, quindi credo che ci vorrà ancora un po’ di tempo».

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