Il Ghost Tour in giro per il Centro Storico, “A Carnevale ogni spettro vale”

Di il 26 Febbraio 2019

GENOVA – Il Ghost Tour, rinviato lo scorso 31 ottobre, torna il 2 marzo in versione carnevalesca. “A carnevale ogni spettro vale” recita lo slogan di questa coloratissima edizione. Non si parlerà soltanto dei personaggi storici o leggendari della superba, ma si scopriranno anche gli aspetti poco conosciuti delle tradizionali maschere cittadine.

L’iniziativa è organizzata dal Comune di Genova con la  collaborazione delle associazioni partecipanti coordinate dal Circolo Culturale Fondazione Amon.

Programma

La serata comincerà alle ore 19 in Piazza Matteotti con un Overtur di Arie da “Il Fantasma dell’Opera e Rocky Horror Show” interpretate da Milena Torti, Helga Corda e Massimo Cremon. Le coreografie saranno a cura dell’Associazione Culturale L’Amour Burlesque Oriental Dance di Mahalia del Centro Studi Mojud.

Alle ore 19.45 verranno distribuite le cartine e partirà ufficialmente del Ghost Tour. Chi volesse partecipare potrà aggregarsi ai gruppi che si formeranno spontaneamente al momento della partenza, con la modalità accompagnata si riusciranno a vedere circa nove tappe su dodici a discrezione degli accompagnatori che saranno Roberta Mazucco, Enrica Sebastiani, Paola Pettinotti, Rossella Traverso, Marco Alex Pepè, Otello Parodi, Claudio Pittaluga, Matteo Marino, Mauro Salucci.

Dalle ore 21.30 alle ore 23.30 il Centro Storico si animerà con balli e musica del Coro Daneo diretto dal Maestro Gianni Martini e con le performance di Reggaeton e Hip hop a cura della SSD Caribe Club.

Tappe del Ghost Tour in Centro Storico

  • Il Boia e le esecuzioni di Piazza Cavour – Area Porto Antico

Nella zona di Piazza Cavour si trovano ancora resti di un’antica dimora che sembra sia appartenuta a Marco Vipsanio Agrippa, l’ammiraglio dell’imperatore romano Augusto. Tale costruzione è conosciuta come la Casa del Boia, così chiamata perché si dice che vi dimoro il Boia che nella zona esercitava la sua truce arte. Via del Molo dunque poteva essere considerata l’anticamera del braccio della morte e i sacerdoti della vicina Chiesa di San Marco al Molo avevano un bel da fare nell’impartire l’ultima benedizione ai condannati.

Associazione Culturale D & E Animation

  • Pacciugo e Pacciuga in Musica, Parole e Colori della Vegia Zena – Porto Antico

Costumi, canzoni e musica ci riportano ad un tempo passato quando i pescatori  e le loro dame festeggiavano cantando  fra le crose della Vecchia Genova, ,uando non accadevano altre “tragedie”, magari dal lieto fine.

Nuovo Gruppo Folcloristico Città di Genova

  • I Sabba delle Streghe alla Canà di Savignone – Piazza dei Garibaldi

A Savignone, nel luogo che un tempo era chiamato Canà, streghe e fattucchiere si davano convegno, nella vigilia della notte di Ogni Santi, al fine di onorare la natura e condividere con le proprie compagne i segreti delle loro oscure arti. Fra queste maliarde c’era anche chi curava con gli antichi rimedi popolari, dedicandosi a quella magia naturale che ancor oggi si pratica nella valle: laperlengoeia

Gruppi Storici Corte dei Fieschi, Balestrieri San Giorgio, Gruppo Doria, Fieschi di Roccatagliata, in collaborazione CIV Casana

  •  La Violetta di Caruggi e alte Storie – Piazza San Matteo

C’era una volta una ragazza, onesta, bella e di buona famiglia, che si era innamorata di un uomo più disonesto che galantuomo. Era bello e ricco, e le aveva promesso il mare, i monti e la luna e tanta fortuna. Ma quando i fiori erano pronti…

Matteo Merli, a cura CIV Casana

  • La Leggenda di San Siro e il Basilisco  – via San Siro angolo San Luca

Si racconta che in tempi antichi il popolo genovese fosse tormentato da un  terribile mostro pestifero e mortifero; Il basilisco, il cui nome deriva da  “Basileus” che significa piccolo re.

Secondo Plinio il Vecchio codesta creatura ha la testa di un gallo, il corpo di un serpente e cammina eretto, sorreggendosi su dodici dita. Terribile il suo fiato, così come il suo sguardo che al pari di quello di Medusa, emette un sinistro potere con il quale riesce a far seccare piante e arbusti.  Fu unicamente grazie all’intervento di San Siro che i genovesi furono liberati: il Santo con la sola forza della parola, ricacciò in mare la terribile creatura. 

Pro Loco Centro Storico

  • La Battaglia dell’Armata delle Tenebre – Campo Pisano

La contesa dei mari, tra Genova e Pisa, trova il suo epilogo nella tragica Battaglia della Meloria, il 6 agosto 1284, ove perirono, dopo una cruenta lotta, migliaia di cittadini Pisani. I sopravvissuti circa 8000, furono condotti a Genova e imprigionati nel primo lager che la storia ricorda: Campo Pisano. Molti scamparono alla morte, ma troppi persero la vita tra stenti e sofferenze. Nella zona ancor oggi c’è chi giura di vedere riemergere, nelle notti di tempesta, le anime dei guerrieri periti in battaglia che, con in pugno la spada,  chiedono giustizia per aver perso onore e vita.

Gruppo Storico Ars Genova, Balestrieri del Mandraccio,

  • La Vecchina Fantasma di Vico dei Librai  – Giardini Baltimora Trogoli del Barabino

Una Vecchina cerca una casa in una strada che non esiste più: Vico dei Librai. Questo carruggio fu abbattuto negli anni 70 quando scomparve il quartiere Via Madre di Dio. La vecchina chiede agli ignari passanti dove si trova codesta strada perduta e scompare subito dopo, lasciando attoniti coloro che la hanno incontrata.  

Lucia Vita, Paolo Falabrino, con OrientalDance di Mahalia del Centro Studi Mojud, testi Ivaldo Castellani

  • Il Fantasma di Gianluigi Fieschi – Chiostro Sant’Andrea, Casa di Cristoforo Colombo

La famiglia Fieschi festeggia l’insurrezione che passerà alla storia quale “la Congiura dei Fieschi”. D’un tratto arriva la notizia che Gian Luigi è caduto in mare affogando: la sua voce riemerge dalle acque ogni anno per raccontare la sua triste storia. 

Francesco Pittaluga con Gruppi Storici I Gatteschi, Compagnia dei Viandanti.

  • I Fantasmi della Cattedrale – Piazza Giustiniani

Nella Piazza di San Lorenzo, sul sagrato della chiesa, nella notte della vigilia di San Giovanni (23 Giugno), Santo patrono della città, è possibile scorgere una strana riunione. Gli spiriti di coloro che progettarono, costruirono e finanziarono la Cattedrale, si danno convegno. Lì discutono sull’andamento politico ed economico della città; alle prime luci dell’alba si elevano verso la parte alta delle navate e scompaiono. 

Associazione Culturale Ianua Temporis, si ringrazia Spaziogiustiniani

  • Gli Amori di Paganini e la Romanza Perduta – Cortile di Palazzo Tursi

Ammaliati, da sguardi lascivi e indiscreti, durante un sontuoso ballo presso una residenza nobiliare  , il celebre violinista si intrattiene con una nobile e bella donzella. Sarà l’inizio di un nuovo amore o di una nuova tragedia?

Compagnia Scena Difforme con Federico Librera e Chiara Nesti

Gruppi Storici Sextum e Sestrese con la partecipazione dell’Esamble  Ghost Strings: Giulia Astorino, Beatrice Ferrari, Vittoria Daneo, Giada Bassani, Andrea Piras,  Pietro Genova Gaia, Trascrizione di e con Fabrizio Leopardi

  • Delitti Esemplari e Misteriosi – Piazza Scuole Pie

Gli insopportabili incontri della quotidianità trasformati in delitti senza castigo. Tratto da Max Aub: Delitti esemplari: sono quelli che quotidianamente, con intenzione, si commettono, e che i protagonisti fanno, trasportando la realtà nella surrealtà con lampeggiante fantasia, con davvero esemplare rapidità e leggerezza. Le antipatie, le insofferenze, gli insopportabili incontri della giornata di ognuno sfogati e liberati in delitti senza castigo.

Compagnia Teatrale il Gaucho

  • Il Lago e le Streghe e la Tomba di Dracula – Piazza San Luca

Nell’antica e tetra Romania questa notte è in corso una magia: Vlad il vampiro è decapitato, il suo corpo nello stagno gettato. Le streghe zingare volate dai Balcani, giungono con i loro incantesimi sovrumani. Accorrono in aiuto le sorelle di Giustenice e Triora, il fantasma di Dracula è da intrappolare ancora. Nelle scure acque di un gelo polare, musica e danza, e la magia appare. La foresta, o Principe, rimbomba, or lo stagno è diventato la tua tomba!

Gruppo di Danza Tribal Delight

Il percorso si snoda nell’intricatissimo tessuto urbanistico dei vicoli e delle piazzette del centro storico ed introduce i partecipanti in un mondo specialissimo sospeso tra passato e presente, scenario di vicende e fonte ispiratrice di leggende e tradizioni quanto mai intriganti; un mondo tutto da scoprire e tutto da percorrere all’insegna del fascino che sovente s’ammanta di mistero. Le guide turistiche, che indosseranno suggestivi costumi evocativi illustreranno oltre che leggende e situazioni legate a certi luoghi e tematiche, la storia delle vie, delle piazze, degli edifici e dei diversi monumenti compresi nel percorso.

Le origini del Carnevale (dal latino “Carnem levare”, addio alla carne nel periodo di Quaresima) sono antichissime; pare che già i Babilonesi lo festeggiassero eleggendo un “re carnevale” che sovvertiva l’ordine naturale delle cose. Pur essendosi diffuso in Liguria già nell’antichità, a Genova il carnevale “nasce” tra XVI e XVII sec. su iniziativa dell’Accademia degli Addormentati e dei Magnifici della Repubblica. Nel periodo barocco non si perdeva infatti occasione per animare la città con trionfi, mascherate, giostre, tornei, sfilate e fuochi di gioia.

Le maschere trazionali del carnevale genovese

  • O Marcheise

Maschera settecentesca genovese. Cappello a due o tre punte, parrucca bianca incipriata legata con un nastro nero, marsina o giacca a redingote di velluto con fregi in oro dalla quale trasbordano un largo bavaglio ed abbondanti polsini in trina, calze bianche di seta e scarpe nere. Così compariva nei cortei carnevaleschi (più raramente nei teatrini delle marionette) il Marchese, caricatura della nobiltà conservatrice ed estremamente cauta di fronte ad ogni innovazione, da cui potessero essere intaccati i suoi privilegi.

  • O Paisan

Contadino sceso dai monti dell’entroterra, contrapposto, secondo la tradizione, al Marchese. Di solito si chiamava “Gepin”, “Brisca”, “Genio”. Il suo costume è costituito da un “cappuccetto” rosso e a strisce, di lana, lungo come una calza che scende su una spalla. Sul berretto è spesso appoggiata la “trentinn-a” (un cappello scuro rigido a falda larga, simile ad un copricapo usato nel Trentino). Ha una camicia colorata sopra la quale indossa un corpetto o rosso, o bianco, o rigato, coperto a sua volta da una giubba di fustagno marrone oppure di velluto verde o rosso. I pantaloni sono della stessa stoffa della giacca, retti da una fascia rossa e chiusi sotto il ginocchio da lacci dello stesso colore. Ghette bianche e scarponi slacciati. Sulle spalle o paisan ha un fazzoletto con frange, in mano un ombrello verde o rosso, una piccola lanterna, un cestino o un sacchetto di castagne. Al fianco la “pennacca”, la roncola.

  • O Villan

Come o paisan proviene dalla campagna, ma, a differenza di questi, non possiede e non coltiva terra propria, bensì lavora sotto padrone. Ha un costume più povero, per esempio sopra al “cappuccetto” non porta cappello, non ha né corpetto, né ombrello. A completare la sua tipicità concorre l’intonazione di uno “strapuntin” dopo l’altro, cioè canzoni sfrontate e sferzanti.

  • A Paisann-a

E’ la compagna del “paisan” e di solito si chiama Nena. Il suo costume è costituito da una camicia di pizzo non molto raffinato con sopra un corpetto di velluto o altro tessuto pesante, gonna lunga ed ampia di colore vivace e righe alternate chiare e scure o a fiori e sotto le “fadette” (sottoveste a falde) le mutande strette in vita dalla “picaggia” (fettuccia) e alla caviglie da tre nastri di tela, scarpe di stoffa nera o a fiori, grembiule da lavoro. In testa indossa il “sottesto”, panno arrotolato a forma di ciambella che aiuta a portare pesi in bilico. Gli accessori sono collane ed orecchini, un nastro di velluto nero o blù che gira intorno alla testa in modo da fissare le trecce ed i capelli raccolti, scialle frangiato a tre punte. Molto spesso, però, in testa ha il “meizao”, il mezzaro.

  • A Marcheisa

Nei cortei carnevaleschi del XIX secolo e dei primi decenni del XX secolo a fianco del Marchese sono comparse una Marchesa e delle Marchesine. A Marcheisa ha parrucca bianca a boccoli, corpetto stretto in vita con ornamenti vari, sottana larga di preferenza viola, calze di seta bianca, scarpine bianche o nere . In testa il “pezzotto”.

  • Capitan Spaventa

E’ l’ultimo discendente del “Miles Gloriosus” di Plauto e dello spagnolo Matamaros. (Ricordiamo che gli Spagnoli occuparono Genova il 30 maggio del 1522 e la loro egemonia sulla città si protrasse a lungo, suscitando e lasciando scarse simpatie). Capitan Spaventa nella versione genovese è spesso degradato a caporale, ma è sempre la caricatura del soldato spagnolo convinto di essere bellissimo e valorosissimo, mentre è brutto e fanfarone, si vanta in continuazione di avventure amorose e guerresche, mai vissute, con un linguaggio infarcito di vocaboli casigliani ed italiani. Il costume più consueto è un abito attillato a strisce gialle e rosse (i colori della Spagna), un mantello rosso foderato di giallo, cappello ornato di piume variopinte. Al fianco gli pende la spada.

  • O Scio Reginn-a

Fu una macchietta viva e vera della Genova settecentesca, città nella quale era arrivato dalla riviera di Ponente. Il suo è un abito borghese dell’epoca completo di “micado” (il cappello a cilindro). Si chiamava Francesco Capanna, era forse di famiglia agiata, ma una volta inurbato si era ridotto in miseria. Vero o finto tonto, cercava di procurarsi un poco di cibo e molto vino, esibendosi nelle osterie in un repertorio di pagliacciate e di sgangherati monologhi. Nella notte di Pentecoste del 1792 secondo alcune fonti cadde per le scale di una taverna. Gravemente ferito, fu trasportato all’ospedale di Pammatone dove morì il giorno dopo; ma vive nel tempo. Fu destinato all’immortalità con l’epiteto che gli era stato assegnato dai frequentatori delle bettole : o Scio Reginn-a.

Per info

La cartina è scaricabile dal sito www.ghosttour.it

fondazioneamon@live.it

C.S.

Su Redazione

Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

Devi essere loggato per postare un commento Accedi

Lascia un commento