IDENTITÀ FEMMINILE E MASCHILE: FILIPPO TIMI ALLA CORTE

Di il 3 Aprile 2017

-GENOVA- Un’opera che analizza e confronta i modi di pensare e di agire dell’uomo e della donna. Domani alle ore 20.30 al Teatro della Corte va in scena “Una casa di bambola” di Henrik Ibsen, con Filippo Timi che interpreta tutti i ruoli maschili, Marina Rocco, Mariella Valentini, Andrea Soffiantini, Marco De Bella, Angelica Gavinelli, Elena Orsini, Paola Senatore.

 

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Franco Parenti e dal Teatro della Toscana, è diretto da Andrée Ruth Shammah che ne ha curato anche la versione italiana e l’adattamento.

Lo spazio scenico è di Gian Maurizio Fercioni, i costumi sono di Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele, le musiche sono di Michele Tadini, le luci di Gigi Saccomandi.

 

Scritto da Henrik Ibsen nel 1879, mentre si trovava in vacanza ad Amalfi, “Casa di bambola” è diventata ben presto un’opera angolare per il teatro del ‘900. Tale lavoro ha come tematica fondamentale il confronto fra l’identità maschile e quella femminile.

Un’intensa commedia tragica che è anche un testo protofemminista in cui Nora, la protagonista, ha la capacità di combattere e di liberarsi dalle “spire” maschili che opprimono la donna, in una società rigidamente patriarcale.

 

La regista Andrée Ruth Shammah invita lo spettatore a chiedersi: «E se Nora non stesse dicendo la verità quando afferma di essere sempre stata trattata come una bambola?» Partendo da questo dubbio, la regista e Filippo Timi, interprete di tutti i ruoli maschili, giungono alla conclusione che lungi dall’essere vittima, Nora è colei che regge i fili della vita coniugale e che manipola il marito Torvald, obbligandolo, appunto, a interpretare ruoli diversi. Il risultato è che l’intreccio si complica e si trasforma in una specie di thriller fatto di sentimenti e passioni, truffe e calcoli interessati, inganni e rese dei conti.

 

Dagli appunti di Ibsen sulla commedia si legge: «Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze: una, in un uomo e un’altra, completamente differente, in una donna. L’una non può comprendere l’altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se fosse un uomo».

 

Lo spettacolo è al Teatro della Corte fino a domenica 9 aprile. Dal martedì al sabato alle ore 20.30, domenica alle 16. La recita del giovedì inizia alle ore 19.30.

 

Per ulteriori informazioni: www.teatrostabilegenova.it

 

(C.S.)

 

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