DAPPORTO: “ IL MIO NUOVO SPETTACOLO È UN PO’ DI TUTTI”

Di il 20 Febbraio 2019
Malcaus

L’attore, in scena alla Corte con “Un Momento Difficile”, si racconta a GOA Magazine

GENOVA – “Quando sono a Genova provo un’emozione che non provo da nessun’altra parte”.

Dopo il successo di “Un borghese piccolo piccolo” a dicembre, il noto attore conosciuto per i ruoli interpretati non solo sul palco ma anche in televisione e al cinema Massimo Dapporto è tornato in città con “Un momento difficile”. La pièce firmata da Furio Bordon è andata in scena al Teatro della Corte di Genova martedì 19 febbraio e andrà in replica fino a domenica 24 febbraio.

 

 

L’atto unico vede sul palcoscenico pochi personaggi, madre e figlio, che rivivono e ricordano momenti, ricordi, emozioni e contrasti prima della dipartita dell’anziana donna.

Una carrellata di istantanee in cui chiunque abbia vissuto una perdita si può immedesimare, una descrizione profonda di quel momento che precede la fine di una vita. Ma soprattutto quell’attimo in cui un uomo si spoglia del suo ruolo di figlio.

 

 

“Un momento difficile” racconta un periodo molto particolare della vita di ognuno, quello che precede la morte di una persona cara. Qual è la sua personale interpretazione dello spettacolo e come si è approcciato al personaggio?

Come tante persone ho vissuto un’esperienza simile al personaggio, assistere un parente, in questo la mamma. Si tratta di un’esperienza unica poiché una madre ha delle esigenze molto particolari e un figlio deve dividersi tra l’amore per il genitore che spinge a prestarsi a queste esigenze e la sopportazione, con i suoi limiti. Si può dire che viene fuori un rapporto di odio e amore.

Con quest’esperienza sul campo non mi ci è voluto molto a capire il personaggio, un personaggio tra l’altro molto simile a me. Inoltre il lavoro dell’attore consiste proprio nello ‘spiare’ e ricordare caratteri particolari incontrati durante la vita per poi fare tesoro di tutte queste osservazioni nel momento in cui si recita.

 

 

A dicembre su questo stesso palco ha interpretato il protagonista di “Un borghese piccolo piccolo”. Quali sono state le differenze a livello recitativo con “Un momento difficile”?

In “Un borghese piccolo piccolo” il personaggio era sciolto e libero, anch’io mi sentivo più libero nei movimenti. In “Un momento difficile” invece siamo più condizionati sul palco perché dobbiamo fare un bel disegno sulla scena. Siamo molto dipendenti dai motorizzati [fari in movimento sul palcoscenico], ci dobbiamo adattare ai loro movimenti. Da C3 a A2, come in una battaglia navale.

 

 

Com’è tornare a Genova? Che rapporto ha con la città e con il pubblico genovese?

Sono molto legato a Genova, mio padre infatti era ligure, nato a Sanremo, e ha interpretato molte commedie dialettali di Govi. Il pubblico molto spesso lo ricorda ancora e per me tornare qui è sempre un’emozione.

 

 

Oltre ad essere un affermato attore teatrale ha lavorato molto sul piccolo e grande schermo. In quale dei tre ambiti preferisce lavorare?

Ogni volta che mi dedico ad uno dei tre ambiti me ne manca un altro: quando faccio cinema mi manca il teatro, quando faccio teatro mi manca la televisione. Ovviamente l’espressione migliore dell’attore è su un palcoscenico, il teatro da maggiori soddisfazioni soprattutto grazie al feedback immediato del pubblico.

Ma la mia attività a teatro è stata avvantaggiata da tanti lavori di successo in televisione durante gli anni ’90 che mi hanno permesso di essere conosciuto dal grande pubblico. Inoltre mi piace sempre lavorare al cinema, soprattutto nelle produzioni di qualità.

 

 

Alessia Malcaus

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