“Architettura Genovese tra terraferma e oltremare: passato e futuro”, la mostra sulla genovesità urbana

Di il 15 Dicembre 2017

 

Dal 14 al 21 dicembre presso l’atrio antistante la Sala Consiliare del Municipio VIII Medio Levante sarà possibile visitare la mostra volta a ripercorrere nello spazio e nel tempo l’urbanistica genovese e il progetto “Genoese Unesco Network” per la candidatura all’UNESCO dell’asse infrastrutturale tra Boccadasse e Porto Antico che coinvolge anche altre realtà urbane internazionali

 

 

di Carolina Beretta

 

 

Una delle immagini della mostra

Un viaggio spazio tempo, alla scoperta dell’urbanistica genovese tra passato, presente e futuro che si sofferma su tappe che riguardano l’importanza dell’oltremare per Genova, l’architettura di oggi e di allora e i progetti urbanistici futuri che coinvolgono la nostra città. Tutto questo è “Architettura genovese tra terraferma e oltremare: passato e futuro”, la mostra organizzata dalla Fondazione Alte Vie del Professor Stringa, volta ad analizzare a fondo anche i territori competenti del Municipio stesso e che sarà possibile visitare nella Sala Consiliare di Via Mascherpa, negli orari di apertura del Medio Levante. «Compito del Municipio è quello di appoggiare e condividere l’obiettivo del Professor Stringa che consiste nel mettere in luce la genovesità sotto il profilo urbanistico, genovesità che già il nostro Municipio sta cercando di riproporre» spiega il presidente del Municipio VIII Medio Levante Francesco Vesco. Ma la particolarità di questa mostra è proprio che «non è considerabile una mostra storica bensì urbanistica, un vero e proprio percorso nello spazio e nel tempo, soprattutto dal punto di vista futuro» illustra il Professor Stringa mentre introduce il tema del progetto. Ebbene, trentatre pannelli divisi in tre sezioni avranno il compito di ripercorrere tutta l’urbanistica illustrando, in diversi momenti storici, sia lo sviluppo dell’architettuta genovese oltremare, sia lo sviluppo del territorio genovese di “terraferma”, soprattutto quello di competenza del Municipio VIII Medio Levante. Senza contare tutti i progetti futuri che riguardano alcune zone della città, frutto anche del lavoro di tesi di Laurea. E per quanto riguarda i progetti futuri non vi sono solo quelli relativi alla mostra, bensì anche « la forte e comune volontà che Boccadasse possa essere inserita come patrimonio dell’UNESCO» spiega il Presidente Vesco. Non a caso «questo progetto ha anche una stretta collaborazione con altri Stati, con i quali è importante una stretta collaborazione per poter presentare contemporaneamente un progetto atto a scaturire una candidatura per l’UNESCO. Un’operazione complicata poiché significa formare una rete. L’UNESCO non vuole più candidature singole, bensì prendere in considerazione un’insieme di realtà insediative storico architettoniche importanti, originali ed esemplari da poter essere candidate. Per il caso di Genova e la sua realtà infrastrutturale che va da Boccadasse a Porto Antico, abbiamo inserito anche all’interno della mostra tutti i valori di unicità e originalità che la nostra città può avere per la candidatura. Il progetto l’abbiamo chiamato “Genoese Unesco Network”» spiega Il Professor Stringa.

 

 

 

LA MOSTRA

 

 

 

 

 

PRIMA SEZIONE

 

La locandina dell’Esposizione Italo-Americana del 1892

«Il territorio del Municipio VIII Medio Levante ha tante caratteristiche ma anche priorità rispetto a tanti altri territori del Comune di Genova. I pannelli che sono stati creati sono molto propositivi e, da un primo esame, le qualità del territorio del Medio Levante come contenuti e storicità sono ispirate all’oltremare» illustra il Professore. E l’ispirazione all’Oltremare, per quanto riguarda le dinamiche ambientali, è dovuta ad eventi di orizzonte storico guidati dalla grande vitalità umana ed economica del Centro Storico e dalle attività marittime.Questa prima sezione, costituita da nove pannelli, si concentra sulle principali tappe di costruzione di uno scenario che delinea a sua volta un percorso che spazia dalla realtà dell’antico regime fino alla fine del XIX secolo, con l’impianto della spianata Bisagno, di fronte alla “nuova” stazione ferroviaria. Notevole l’analisi di alcune tra le migliori realizzazioni urbanistiche genovesi come Corso Torino e Via Corsica in Carignano. Ma è interessante anche ripercorrere l’esposizione italo-americana del IV Centenario Colombiano del 1892 le cui realizzazioni sono tutte andate distrutte e l’analisi delle Ville nobili che, con i loro parchi, rappresentano uno degli ambienti più pregiati e vivibili a livello nazionale ed internazionale.

 

 

 

 

SECONDA SEZIONE

 

L’originalità e l’unicità dei giardini di Piazza della Vittoria

Ma come è stato costruito il paesaggio contemporaneo? Le tappe più importanti che rispondono a questa domanda sono contenute nei nove pannelli della seconda sezione. Via, quindi, con l’Esposizione Internazionale di Genova del 1914, “di Marina, Igiene Marinara e Mostra Coloniale” che venne distrutta da un incendio. Questa esposizione porta ad evidenziare quelli che sono i valori e gli orizzonti di Architettura Genovese, tra Terraferma e Oltremare, a cui è ispirato anche il progetto “Genoese Unesco Network”. Ma per capire meglio l’appartenenza di Genova alla rete sotto il punto di vista del suo notevole impatto ambientale, bisogna analizzare l’asse infrastrutturale che parte dalla realizzazione di Corso Italia che collega il borgo di Boccadasse, la Foce e alle Mura della Malapaga nel Porto Antico. E sempre riguardo la rete, ciò che è davvero interessante è capire come Piazza della Vittoria costituisca un soggetto emblematico di unicità ed originalità con le sue tre caravelle, per i valori che fanno riferimento alla rete per la candidatura dell’UNESCO.

 

 

 

 

TERZA SEZIONE

 

Una delle indicazioni progettuali

Uno sguardo al futuro. Nella terza sezione sarà possibile trovare tutte le indicazioni progettuali finalizzate a rafforzare la candidatura all’UNESCO di Genova e della sua rete di insediamenti di tradizione genovese. Grazie ad alcune tesi di Laurea, guidate all’interno della Fondazione Alte Vie in questi ultimi anni, vengono messe in luce quelle che sono le proposte concrete di riqualificazione dell’area di Albaro. Interessante, infatti, la proposta di riqualificazione delle Crêuze di Albaro. La proposta risulta importante sia per la conservazione dello stato attuale che nella riproposizione di alcune configurazioni di miglioramento. Nel progetto vi è la ripavimentazione di alcuni percorsi, la pulizia di alcune murature insieme ad interventi di riconsolidamento di murature. La proposta ha anche valore estetico poiché, ad oggi, spazi come Via dei Tassorelli o Via Scogli versano in uno stato di abbandono. Il progetto darebbe il via ad una catena poiché una rifunzionalizzazione dei percorsi pedonali porterebbe ad una rivitalizzazione del tessuto del quartiere che a sua volta scaturirebbe un turismo più lento e ragionato. Ma in quanto a proposte risulta interessante anche l’indirizzo progettuale per la riqualificazione di Villa Gambaro in Albaro. E non è tutto per questa terza sezione, poiché negli ultimi cinque pannelli sono riportate le indicazioni propositive che ognuno dei siti di oltremare della rete intende evidenziare in appoggio alla candidatura. Troviamo quindi Bonifacio, Castelsardo, Chios, Galata ad Istanbul e Sudak-Soldaia nella penisola di Crimea.

 

 

Per info: http://www.fondazionealtevie.altervista.org/

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Il direttore responsabile di GOA Magazine è Tomaso Torre. La redazione è composta da Claudio Cabona, Giovanna Ghiglione e Giulio Oglietti. Le foto sono a cura di Emilio Scappini. Il progetto grafico è affidato a Matteo Palmieri e a Massimiliano Bozzano. La produzione e il coordinamento sono a cura di Manuela Biagini

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